La strage di Ankara. I Kurdi: il partito islamico AKP responsabile del massacro

La KCK: «Sbarazzarsi del governo dell’AKP e creare una Turchia democratica»

Strage di Ankara

Dopo le due bombe fatte esplodere alla manifestazione pacifista organizzata aa Ankara dall’Halkların Demokratik Partisi (Partito democratico dei Popoli HDP, in kurdo Partiya Demokratîk a Gelan), facendo almeno 128 morti e oltre 500 feriti, la Koma Civakên Kurdistan (Unione delle comunità Kurde – KCK) ha sottolineato che «Il potenziamento della lotta democratica è l’unico modo per eliminare la mentalità e le politiche che hanno causato questo massacro e il conflitto nel Paese», e ha invitato «Tutte le forze democratiche, i popoli della Turchia e il popolo curdo a  protestare contro la strage di Ankara e i suoi autori».

La KCK sa bene che la strage di Ankara contro l’HDP e il popolo pacifista, ambientalista e di sinistra è in realtà la terza strage di massa, dopo quelle di Amed e Suruç, da quando sono state indette le nuove elezioni anticipate in Turchia, e che la strage di Ankara e l’ultima maglia di una catena di sangue con la quale esercito, polizia, bande di estremisti islamisti, nazionalisti e fascisti hanno punteggiato la campagna elettorale nel Kurdistan Turco, seminando la morte e la paura a Cizre, Farqin, Nusaybin, Şırnak e in altri insediamenti curdi, per impedire all’HDP di fare campagna elettorale e per indicare all’elettorato turco questo Partito federalista, progressista, democratico, ambientalista e multietnico come un pericolo per la “stabilità” e l’unità della Turchia.

La KCK, dopo aver espresso le sue condoglianze alle famiglie dei martiri  e alle forze democratiche colpite dagli attentati e dalla repressione, ha detto che «Il governo dell’AKP (Adalet ve Kalkınma Partisi, Partito della giustizia e dello sviluppo, ndr)   è il responsabile di questo massacro, visto che «La mentalità e politiche dell’AKP all’interno e all’esterno del Paese hanno portato la Turchia a questo punto. L’AKP non può assolvere se stesso da questo massacro dando la colpa ad altre organizzazioni», La KCK  ribadisce che l’AKP ha sempre collaborato con lo Stato Islamico/Daesh  e movimenti simili e che ne condivide l’indirizzo politico autoritario, confessionale e reazionario.

«Sostenere  che questi massacri sono stati perpetrati dallo Stato Islamico o da alcune altre organizzazioni simili – dicono i kurdi – significherebbe ignorare la mentalità, le politiche, le pratiche e la distorsione della verità. dell’AKP, Il fatto che l’obiettivo di questi massacri siano i circoli sociali che l’AKP vede come un nemico, rivela anche che in realtà è dietro di loro. Utilizzando come una maschera i nomi di alcune organizzazioni, il governo dell’AKP vuole eliminare tutti i circoli dell’opposizione, uno per uno».

L’Unione delle comunità Kurde sottolinea «il carattere antidemocratico dell’AKP e la sua mancanza di rispetto e di accettazione dei risultati elettorali» e accusa il Partito del presidente turco  Recep Tayyip Erdoğan di utilizzare qualsiasi metodo per mettere fuori gioco l’opposizione: «Questo massacro deve essere visto come una cospirazione effettuata dal governo dell’AKP per  rimanere al potere, è simile al massacro perpetrato prima delle elezioni del 7 giugno, quando vide che stava per perdere le elezioni».

Secondo le KCK. È significativo che il massacro di Ankara sia avvenuto lo stesso giorno in cui il movimento Kurdo aveva accusato il governo di Ankara di non garantire la sicurezza delle elezioni e di permettere che l’AKP manipolasse a proprio piacimento il processo elettorale in suo favore.

Secondo la KCK, «Questo massacro ha anche rivelato che il governo dell’AKP vuole tenere le elezioni in un clima di conflitto e continua a muoversi  su questa base. L’AKP ha fatto ricorso a questo massacro prevedendo che perderebbe queste elezioni, nel caso in cui si svolgessero in circostanze normali. Tendo in considerazione il legame tra questi massacri e le elezioni, emerge chi ne è l’autore, che è senza dubbio nessun altro che Erdoğan e il suo team di contro-guerriglia, la Gladio of the Palace».

La  KCK dice che sono stati soprattutto il governo dell’AKP e la Gladio of the Palace  ad andare in crisi quando il movimento curdo ha dichiarato una tregua elettorale e secondo la KCK, Yalçın Akdoğan, che fa parte della Gladio del Palazzo, ha rivelato l’intento provocatorio degli attacchi ai kurdi e degli attentati contro l’HDP e le formazioni progressiste che ne fanno parte, quando ha detto che «L’inazione militare da parte loro non può ingannarci». Lo stesso AKP dice che bisogna farla finita con i “comunisti” dell’HDP e con i kurdi se si vuole dare sicurezza ad una Turchia che vorrebbe trasformare in una sorta di finta democrazia islamista, fortemente autoritaria.

La KCK mette a nudo quella che in Italia chiameremmo strategia della tensione e dice che «Il governo dell’AKP, ormai illegittimo, ha iniziato una guerra e ora vuole che continui per mantenere il suo controllo sul Paese. La lotta democratica è ormai l’unico modo per eliminare la mentalità e le politiche che hanno causato questo massacro e il conflitto nel Paese».

Il movimento kurdo  ha ormai abbandonato ogni riferimento alla lotta armata e all’indipendenza ed ha invitato «tutte le forze democratiche, i popoli della Turchia e il popolo kurdo a  protestare contro la strage di Ankara ei suoi responsabili», dicendo che «La Turchia non può risolvere nessuno dei problemi del Paese e realizzare la pace all’interno o all’esterno avendo l’Akp al potere. Il Paese può impedire questi massacri e conflitti e assicurare una pace duratura e la stabilità, solo per sbarazzandosi del governo dell’AKP e ristabilendo  un governo democratico. A questo proposito, tutte le forze democratiche devono unirsi e agire insieme al fine di migliorare la lotta per la democrazia. E’ ora di presentare il conto ai colpevoli dei massacri, di sbarazzarsi del governo dell’AKP e di creare una Turchia democratica».