Il 90% degli italiani vuole norme Ue più adatte alla tutela della biodiversità e dell’ambiente
Dal sondaggio di Eurobaometro emerge però che «Solo una piccola percentuale dei 28.000 cittadini europei intervistati ha sentito parlare di biodiversità e ancora meno sanno di cosa si tratti realmente» e questo nonostante che la perdita di biodiversità costi all’Unione Europea circa 450 miliardi di euro l’anno, cioè il 3% del PIL, a causa dell’inquinamento di acqua e aria pulita, della diminuzione di terreno coltivabile e di cibo.
Analizzando i dati dell’Italia viene fuori che l’89% degli intervistati pensa che l’Unione Europea debba occuparsi delle questioni sulla biodiversità nell’ambito dei processi di pianificazione ed investimento in campo infrastrutturale; Il 90% degli italiani sondati crede che l’Unione europea debba adottare un sistema di norme più adatte alla tutela della biodiversità e dell’ambiente.
Nei siti di Natura 2000 (SIC e ZPS/ZSC), una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell’Ue che è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, lavorano a tempo pieno circa 12 milioni di persone in ambito agricolo, forestale, ittico e ricreativo. Questi siti coprono circa un quinto delle terre emerse e circa il 4% della superficie marina dell’Ue
Vista l’importanza della biodiversità, la Commissione europea è impegnata in prima linea nel The Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB), un progetto mondiale «che si pone come obiettivo quello di far comprendere meglio l’importanza della tutela della natura e di determinati valori ad essa legati».
fonte: greenreport.it