Morte di un giusto

di AMDuemila
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Il ministro della Corte Suprema di Giustizia, Víctor Núñez (in foto), si è dimesso. Una decisione presa prima che il Congresso approvasse un giudizio politico per toglierlo dall’incarico. A darne notizia è David Ortiz, dell’ufficio Comunicazione della Corte stessa. Il caos politico contro il Ministro è esploso in particolare dopo che questi aveva denigrato le inchieste giornalistiche di Pablo Medina. Lo scorso 18 novembre, durante la manifestazione in memoria del giornalisti di Abc Color, il direttore della rivista ANTIMAFIADuemila, Giorgio Bongiovanni, dinnanzi alla televisione nazionale aveva chiesto a Víctor Núñez di dimettersi. “Signor ministro si dimetta – aveva detto con forza – Io credo più al mio amico Pablo che diceva che lei è amico dei narcos che non che Pablo scrivesse falsità. Lei offende la costituzione del suo paese”.

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Il direttore Bongiovanni sul palco insieme a Dhirsen Medina, figlia di Pablo,
e i familiari del giornalista assassinato


Nel Paraguay transitano 20mila kg di cocaina al mese

Tre miliardi e settecento milioni di dollari all’anno. E’ questo il guadagno stimato per difetto da parte del narcotraffico in Paraguay. Numeri impressionanti che si dividono tra la produzione di cocaina e marijuana. Per la prima si parla di ventimila chili prodotti in un mese (240mila all’anno) rivenduti a diecimila dollari al chilo per guadagni medi che arrivano nei 365 giorni a due miliardi e 400 milioni di dollari. Anche per la marijuana i guadagni sono incredibili con una produzione che si sviluppa su sedicimila ettari coltivati in un anno che portano ad una produzione di 4mila chili di raccolto per ogni ettaro. In totale vengono così prodotti 64milioni di chili rivenduti al costo di 20 euro al chilo che fruttano ben un miliardo e trecento milioni di dollari all’anno. Gli organi dello Stato non riescono a sequestrare nemmeno il 4% di questa enorme produzione. In base ai calcoli, perciò, grazie alla droga i narcos sono in grado di raccogliere in dieci anno ben 37milioni di dollari.
Un quantitativo di soldi talmente grande in grado di permettere a questi criminali di comprare dieci elezioni generali, dieci governi, quasi tutte le banche del Paraguay, ed altro ancora.
E’ così che negli anni i narcotrafficanti sono riusciti ad infiltrarsi, nelle istituzioni, all’interno deelle Forze Armate e della Polizia riuscendo a raggiungere un potere decisionale e di gestione minando di fatto il sistema repubblicano e democratico del Paese.
Anche questi aspetti venivano denunciati dal giornalista Pablo Medina, ucciso per mano della mafia criminale. Una morte che si aggiunge all’omicidio del giornalista Santiago Leguizamón ad opera di capi mafiosi e militari narcos di Amambay, e a quello del Ministro della Senad, generale Ramón Rosa Rodriguez.

Individuate oltre 13.000 kg di droga nella zona dove è stato ucciso Medina
Nell’ambito dell’operazione antidroga “Oñondivepa 7” che è stata svolta congiuntamente dalla Polizia e dal Senad è stato possibile recuperare nella zona sud del Dipartimento di Canindeyù un ingente quantitativo di marijuana, ben 13 tonnellate, proprio come più volte sottolineato dallo stesso Medina nelle sue inchieste. E’quello il territorio del clan Acosta Marques, tra i distretti di Curuguaty, Villa Ygatimí e Ypejhù, a Canindeyù. Un sequestro che si aggiunge alle tante tonnellate già distrutte negli ultimi giorni.

Veicoli, droga e sigarette, gli affari dei politici nelle città di frontiera
L’omicidio di Pablo Medina ha fatto ricordare al Paraguay che i politici delle località lungo il confine con il Brasile e i loro protettori, ben radicati nelle alte sfere, sono sempre stati legati ad affari sporchi: furto e contrabbando di veicoli negli anni passati e adesso traffico di droga e sigarette. La maggior parte dei politici del dipartimento di Canindeyù si è fatto strada attraverso “l’autotraffico” (traffico di veicoli rubati) e lo stesso è valso per i rappresentanti del Partico Colorado. In passato il sistema consisteva nell’acquistare decine di automobili, camion, autobus, trattori rubati dal paese vicino e venderli in tutto il territorio del Paraguay. Militari e polizia, addetti a difendere la sovranità territoriale, ricevevano la loro “parte” per guardare altrove, come avviene ancora oggi. Molti di questi politici sono adesso in pensione, altri invece, come Carlos Villalba López, alias “Carlos Cabrito”, occupano ancora posti di potere e hanno connessioni con le attività delittuose più in voga attualmente: contrabbando di sigarette e traffico di ogni tipo di droga verso il Brasile. “Carlos Cabrito” è l’“eterno” sindaco del distretto di La Paloma, fratello dell’attuale deputata Cristina Villalba, presunta “madrina” dei narcotrafficanti. Secondo dati forniti dalla Polizia e dalla Senad, sarebbe Carlos Villalba a gestire il contrabbando di sigarette e ci sono prove che tonnellate di droga attraversano il confine “mimetizzate” tra il tabacco.

Eclatante ascesa economica
Il potere e il controllo dei Villalba nelle attività illegali lungo la frontiera si è stessa negli ultimi anni in tutta la Regione. Dopo l’omicidio di Pablo Medina si è sparsa con insistenza la voce della presunta protezione della “regina” (la deputata Cristina Villalba) e di suo fratello “Carlos Cabrito” nei riguardi di Vilmar “Neneco” Acosta. Ed è chiaro che il potere politico di cui godono e i loro affari hanno reso lauti guadagni, in modo particolare ai dirigenti del Partito Colorado, che mantiene la propria egemonia in quasi tutti i distretti della zona. E al momento resta da chiarire come l’attuale governatore di Canindeyú, Alfonso Noria, sia riuscito a costruirsi una mansione valutata in 3 milioni di dollari.

La Camera di Deputati non agisce con membri accusati di narcotraffico
Intanto nessun procedimento disciplinare è stato adottato contro Marcial Lezcano, Bernardo Villalba e Freddy D’Ecclesiis fin quando non ci sia una richiesta specifica dal Tribunale.
I tre erano stati accusati durante il plenum del Senato dal senatore Arnaldo Giuzzio di avere contatti con i narcotrafficanti. Le loro campagne elettorali sarebbero state finanziate con denaro illecito.

Omicidio Medina-Almada: militare interrogato per presunta protezione a “Neneco”
Per quanto riguarda le indagini sull’omicidio Medina-Almada nei giorni scorsi il colonnello Felipe Orrego, sospettato di coprire la latitanza di Vilmar “Neneco” Acosta, è stato interrogato dal pm Sandra Quiñónez.
Il colonnello è stato allontanato dalle sue funzioni e messo a disposizione della Giustizia Militare che ha avviato un’indagine sul suo conto per verificare il suo coinvolgimento nel favorire la fuga dell’ex sindaco di Ypejhú. Orrego riuscì ad avvertire Acosta dieci minuti prima che le forze di polizia facessero irruzione nell’abitazione dove era nascosto, e favorì la sua latitanza facendolo nascondere nel distaccamento militare di Ypejhú.
Secondo il magistrato, il colonnello Orrego ha fornito un elemento clave per confermare l’accusa contro Vilmar Acosta come mandante dell’omicidio. Avrebbe fornito i recapiti telefonici che Acosta utilizzava, seppure erano a nome del suo autista Arnaldo Cabrera, anche lui coinvolto nel duplice omicidio. Uno dei telefoni in questione è lo stesso utilizzato prima, durante e dopo l’attentato per gestire l’operazione. Quiñónez è stata chiamata a riferire davanti alla Commisione Bicamerale del Congresso, formata da tre senatori e tre deputati, istituita appositamente per seguire il caso dell’omicidio Medina e fermamente intenzionata a individuare la relazione esistente tra crimine organizzato e istituzioni dello Stato. E forse non è un caso che tra le persone sospettate di vincoli con il latitante Vilmar Acosta troviamo la deputata “colorada” Cristina Villalba e suo fratello, sindaco di La Paloma, Carlos Villalba.

Sorella di Vilmar Acosta consigliere al municipio di Ypejhù
La sorella del mandante dell’omicidio di Pablo Medina, Francisca Acosta, ex tesoriera nello stesso comune, potrebbe diventare consigliere municipale nella città di Ypejhù. Il sindaco attuale, Emigdio Morel, ha subito denunciato il fatto e inoltrato richiesta di intervento da parte de la “Contraloría General de la Repubblica (CGR). Una fonte certa di ABC Color ha indicato che Morel sarebbe stato minacciato da Vilmar Acosta al non essere state rispettate le direttive del clan Acosta e non aver scelto Jorge Ferreira come sindaco. “Neneco” Acosta si sarebbe contrariato anche per le denunce presentate alla “Contraloría” per irregolarità nell’amministrazione comunale. Sembrerebbe a tutti gli effetti che “Neneco” pretende ancora imporre la sua volontà anche da latitante.

Carovana per Pablo Medina e solidarietà dei giornalisti di tutto il mondo
Nel giorno in cui Pablo Medina doveva compiere 57 anni, una lunga carovana di macchine e motociclette ha marciato lungo alcune vie di Asunción. Giornalisti, cittadini comuni, scrittori, cantanti, musicisti, filosofi hanno dato vita alla Carovana della Libertà, come è stata definita, rivendicando a grande voce un paese senza narcopolitica e una maggiore celerità per trovare i colpevoli.
Ma non è solo il Paraguay ad essersi mobilitato. Durante un seminario sulla droga che si è svolto nella capitale del Senegal, organizzato dalla Segreteria contro le droghe e il Crimine organizzato delle Nazioni Unite e dell’Unesco, è stato presentato il caso Medina, mentre una suo foto veniva mostrata sullo schermo gigante. Giornalisti di tutto il mondo, Africa, Italia, Francia, Brasile, Paraguay, e altri, radunatisi per l’occasione hanno espresso la loro solidarietà e la loro condanna per l’omicidio, sottolineando che purtroppo casi simili stanno avvenendo nei paesi africani.
Mafia-Politica: il connubio paraguaiano
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di Jorge David Figueredo – 1° dicembre 2014
Dopo l’assassinio del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada per mano di sicari al servizio della mafia – uno dei presunti mandanti sarebbe l’ex sindaco della città di Ypejhu, Vilmar “Neneco” Acosta – si è sollevata nell’opinione pubblica la questione riguardante politici appartenenti a vari partiti, specialmente a quelli tradizionali, colorado e liberale, nonchè giudici, pubblici ministeri, poliziotti e funzionari di gran parte delle istituzioni pubbliche, che sarebbero vincolati al crimine organizzato e alla mafia.
Questo tipo di denunce, che vedono le autorità politiche, giudiziarie e parlamentari legate al narcotraffico e ad altre attività illecite non è una novità in Paraguay. Già ai tempi della dittatura del Generale Alfredo Stroessner (1954-1989) era noto che i prestanome dello Stronismo accumulavano fortune attraverso attività illecite, curando affari con mafiosi radicati sia all’interno che all’esterno del territorio nazionale. Da questo tipo di interazione e connivenza, secondo studiosi del crimine organizzato in Paraguay, è nata tutta una classe sociale nota come borghesia fraudolenta che, fino ad oggi, controlla il potere politico, economico e gestisce perfino la politica culturale del Paraguay.
La morte del giornalista antimafia ha risvegliato dal letargo tutti quei cittadini che desiderano vivere in un paese libero dal narcotraffico, dalle armi, dagli agro-tossici, dalla deforestazione e da ogni sorta di delitti commessi dai mafiosi nel territorio. Solo dal 1989 al 2013 hanno assassinato 115 contadini secondo il documento Chokokue, una minuziosa investigazione portata avanti dalla Coordinatrice di Diritti umani del Paraguay (Codehupy).
Secondo l’investigatore Hugo Valiente, la stessa mafia che ha ucciso Medina ha ucciso anche questi contadini. Vale a dire che dietro questi morti, fino ad oggi rimasti impuniti, c’è il potere criminale.
Possiamo affermare che esiste un prima e un dopo rispetto alla morte di Pablo ed Antonia nella storia della lotta contro la mafia in Paraguay.  Le organizzazioni civili e sociali hanno incominciato a mobilitarsi permanentemente esigendo giustizia per tutte le persone uccise dalla mafia. Ma non dobbiamo rimanere passivi con le braccia incrociate di fronte all’avanzare del crimine organizzato che non solo si è infiltrato nei tre poteri del Paese, ma ha creato anche delle basi per convivere con settori deviati dello Stato.
Per questo motivo, non dobbiamo diminuire o sottovalutare il potere terroristico della mafia che si nutre non solo di armi o violenza fisica bensì, soprattutto, di corruzione e della paura che si impadronisce di gran parte della popolazione paraguaiana, che non riesce a vedere che le istituzioni repubblicane regolate dalla Costituzione Nazionale stanno lottando per estirpare questo cancro della nostra società. Ci sono evidenze ed indizi che dimostrano il connubio esistente tra Mafia e Stato, e se tutti i cittadini onesti non su uniscono per affrontare insieme questo male la nostra incipiente democrazia e lo Stato di diritto possono essere gravemente distrutte, diventando, non solo una narcocrazia, ma uno Stato-mafia, a dirla come il sociologo italiano Umberto Santino, in uno stato infetto da un doppio fenomeno: le connessioni tra organizzazioni criminali ed istituzioni, rappresentate da uomini incriminati per corruzione o mafia, e l’uso, continuativo e frequente, di pratiche criminali da parte delle istituzioni stesse.
In definitiva le migliori armi che abbiamo noi cittadini per affrontare la mafia sono la parola, la denuncia, l’educazione alla cultura della legalità ed ovviamente l’informazione trasparente, libera, obiettiva capace di risvegliare la consapevolezza che viviamo in un sistema dove il potere criminale impera sovrano e che tocca a noi trasformarlo in una nuova civiltà dove prevalga la giustizia, la pace e l’amore.  Pablo Medina, con le sue denunce, ha affrontato il potere mafioso e gli è costato la vita. Non permettiamo più che altre vittime vengano sacrificate.

Confermati vincoli politici con il narcotraffico
 925 573 1165022

Sms del 2011 ne svelano l’esistenza
di Mabel Rehnfeldt e Juan Carlos Lezcano F. – 1° dicembre 2014
Finanziamento di campagne elettorali, mazzette in processi giudiziari ed influenza per creare leggi che favoriscano i narcos. Tutto questo sarebbe provato da sms scambiati tra il deputato del Partito colorado Bernardo “Lalo” Villalba ed il trafficante Carlos Antonio Caballero, alias Capilo. Testi ed audio intercettati nel 2011 quando Capilo era sotto indagine compromettono  Villalba, l’ex deputato José López Chávez e coinvolgono alcuni giudici.
ABC Color inizia oggi una serie riguardo i documenti rivelatori trovati anche negli USA e in Brasile.
Whisky Johnny Etichetta Azzurra. Una cassa di Acqua Perrier ed una scatola Skol grande. Tanto costa sospendere l’udienza del 17″ (sic). Questo il messaggio scritto nel cellulare dall’attuale deputato colorado Bernardo “Lalo” Villalba il 14 febbraio del 201, alle 10:15. Il messaggio di testo fu ricevuto qualche secondo dopo, presso l’AEP (Reparto Specializzato della Polizia), dal narcos Carlos Antonio Caballero alias Capilo, considerato  il maggiore fornitore di droga del PCC (Primer Comando Capital), del Brasile.

Tre giorni dopo la promessa di sospensione per la modesta somma di un whisky, dell’acqua più cara del mondo e di una birra per palati raffinati, il giudice Penale di Garanzia Hugo Sosa Pasmor, in coincidenza, sospendeva l’udienza preliminare contro  Jarvis Chimenes Pavão e Carlos Antonio “Capilo” Caballero, poiché non si erano presentati alcuni avvocati difensori degli stessi. Solo a maggio di quest’anno – quasi dopo 5 anni dal loro arresto – la giustizia è riuscita a condannare entrambi i narcotrafficanti a pene di 7 e 8 anni. Prima della sentenza della condanna, le udienze erano state rimandate ben 14 volte! Chi erano gli avvocati? Tra i nomi più in vista quelli di Pedro Wilson Marinoni, nome emerso sia negli sms sia negli audio, e Bernardo Villalba, attuale deputato.

Finanziamento di campagne elettorali
“Appoggiami per diventare deputato e vedrai in azione un deputato degno di tale nome!” si leggeva in un altro dei messaggi inviati dall’attuale deputato colorado Bernardo “Lalo” Villalba a Carlos Antonio Caballero, Capilo, il 13 febbraio 2011, alle 14:25. Esattamente un mese prima delle primarie interne dell’ANR (Asociacion Nacional Republicana o Partido Colorado, ndr) e Villalba cominciava a preparare la sua candidatura a Concepciòn. Il messaggio, inviato al narcos in carcere a Tacumbú dal dicembre del 2009, è rivelatore ma non è l’unico.

Lo stesso giorno Capilo gli chiede che elezioni dovevano svolgersi e Villalba gli risponde: “2013, ma già da adesso sto appoggiando i candidati a Presidente di Sezione per formare una squadra per il Dipartimento”. In un altro messaggio aggiunge: “Per questo motivo sto lavorando direttamente con loro, l’elezione è il 13 marzo di quest’anno e subito dopo si inizia già il lavoro per il 2013”.

Capilo accetta senza dubitare: “Sarà appoggiato da me”. Il 19 febbraio, alle 9:00 circa, il deputato Villalba ricorda nuovamente al suo cliente ed amico la promessa di finanziamento. “I correligionari di Concepciòn ti chiedono un contributo di 5.000 $USA per il lunedì, io ho messo già la mia parte!” (sic). Quasi mezz’ora dopo, Capilo risponde dall’AEP: “Te li do lunedì amico” (sic).

Cinque minuti dopo la promessa fatta, il deputato Bernardo Villalba ringrazia per il gesto: “Alle undici abbiamo una riunione e annuncerò il tuo contributo! Grazie!”. Capilo risponde: “Ok saluti a tutti gli amici”.

Il 24 febbraio del 2011 Villalba ricorda nuovamente il finanziamento. “mba eteko? (come va?, ndr) amico se rientra nelle tue possibilità la gente di Concepcion aspetta il tuo appoggio” (sic). La richiesta viene reiterata un paio di giorni prima delle primarie dell’ANR dove concorrerebbe Villalba per guadagnarsi lo scalino parlamentare che ancora oggi ha: “amico mio, hai la possibilità di appoggiarmi per le elezioni di domenica?” (sic).

Il “salmone”  
Tra le molte parole chiave usate nelle conversazioni dei narcos alle quali abbiamo avuto accesso, “salmone” sarà una di quelle di cui non sapremo mai il significato con certezza. Il 10 febbraio 2011 alle 8:31 il deputato Villalba dice al narcotrafficante: “Buon giorno! Ho già parlato con Marinoni (Pedro Wilson, avvocato, marito della deputata Cynthia Tarragó, ndr). Il salmone ce l’ha nella sua tenuta e questo pomeriggio sarà portato qui e domani alle undici si va con te per cucinare e parlare”. Un minuto dopo Capilo ringrazia per il messaggio.

Il 21 febbraio 2011 l’avvocato Bernardo Villalba disse a Capilo che sarebbe arrivato 20 minuti dopo e che “sto portando una porzione del salmone”. Il salmone tornerà ad apparire diverse altre volte.

mabel@abc.com.py

juan.lezcano@abc.com.py

Fonte: abc.com.py (30 novembre 2014)

Traduzione a cura di AMDuemila