Bongiovanni e Dhirsen Medina in diretta al tg nazionale

di AMDuemila – 19 novembre 2014
A margine della manifestazione la tv nazionale paraguayana Tele Futuro ha intervistato in diretta per il tg serale il direttore Bongiovanni e Dhirsen Medina, figlia di Pablo. “Che si consegni alla giustizia, si penta e riveli i nomi dei mandanti esterni dell’assassinio di Pablo” ha detto Bongiovanni riferendosi a “Neneco” Acosta, appartenente all’omonimo clan locale e considerato colui che ha ordinato l’omicidio del giornalista. La figlia Dhirsen ha poi fatto un appello ad ABC Color, giornale per cui lavorava il padre, affinchè non pubblichi più i suoi articoli perché, stando alle sue parole, la testata non si è mai preoccupata davvero delle condizioni di sicurezza di Pablo Medina.

Fratelli Medina: “Dopo trenta giorni non abbiamo preso i responsabili dell’assassinio”
di AMDuemila – 19 novembre 2014
“Abbiamo già perso tre membri della nostra famiglia, mio padre e mia madre hanno terminato le lacrime” così hanno parlato dal palco i due fratelli di Pablo Medina, un uomo, hanno detto, che “merita rispetto”. E rivolgendosi al ministro Núñez, che dopo la morte di Pablo aveva accusato il giornalista di aver scritto leggerezze: “Mai, signor ministro, mio fratello ha scritto di cose che non sapeva, mai è caduto in contraddizione, lui aveva le sue fonti! Che le sue idee, le idee di Pablo continuino per sempre”. E ancora: “Da trenta giorni viviamo senza Pablo e senza Antonia Almada, e non abbiamo preso chi li ha uccisi, questo perchè esiste una protezione dall’interno dello stato. Abbiamo bisogno di cambiare il modello sociale”.

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Giornalista: “In Parlamento forza occulta che gestisce il potere”

di AMDuemila – 19 novembre 2014
“E’ un dovere di giornalista e di cittadino partecipare e chiedere giustizia per Pablo e per gli oltre trenta colleghi uccisi in 25 anni di democrazia, anche se in realtà democrazia non c’è e queste morti ne sono la prova”. L’ha detto il giornalista della “Ultima Hora” e rappresentante del coordinamento dei giornalisti, nel corso della manifestazione Justicia para Pablo per l’uccisione del cronista di ABC Color e della collaboratrice Antonia Almada. “Se in Paraguay tutti i cittadini non si organizzeranno – ha proseguito l’intervento – significherà che lasceremo il nostro destino nelle mani di assassini. Dobbiamo capire cosa c’è all’interno del parlamento, la narcopolitica, questa forza occulta gestisce il potere, solo ora stiamo cominciando a comprendere, grazie anche alla rete. Siamo obbligati a informarci – ha concluso – dobbiamo entrare nella vita politica”.

Figlia Medina: “non lasciamo che la sua morte sia impunita”
di AMDuemila – 19 novembre 2014
“Grazie a tutti siamo qui per chiedere giustizia per mio padre, un grande uomo che ha dato la vita per dire la verità, non lasciamo che la sua morte sia impunita.” A dirlo è Dhirsen Medina, Figlia di Pablo Medina che ha poi evidenziato che “Se non siamo tutti uniti siamo condannati a morire tutti. Basta all’impunità! Il Paraguay merita una giustizia, io e la mia famiglia come famigliari chiediamo un processo politico, vogliamo un Paraguay pulito e questo dipende da ciascuno di noi.”  “Mio padre ci ha lasciato un ideale valido per il quale lottare, non possiamo più tollerare altri morti.” Dhirsen Medina in lacrime ha poi denunciato gridando la mancanza di protezione del padre anche da parte del giornale nel quale lavorava. “Voglio fare una denuncia pubblica, all’ABC Color perché sono molto indignata che si utilizzi il nome di mio padre, si stanno approfittando in questo momento della figura di mio padre. So tante cose che dirò a tempo debito.” “Perchè gli avete tolto la scorta quando più ne aveva bisogno? Tre morti nella stessa casa sono troppi.”

Bongiovanni, l’appello al mandante dell’omicidio Medina: “Consegnati alla giustizia”
di AMDuemila – 19 novembre 2014
“Davanti alla figlia di Pablo ti chiedo: consegnati alla giustizia, esci allo scoperto” l’appello di Giorgio Bongiovanni, direttore di Antimafia Duemila, è per Neneco Acosta, attualmente latitante e considerato il mandante dell’omicidio di Pablo Medina. “Parla, e confessa chi ha voluto l’assassinio, perché altri personaggi più potenti l’hanno ordinato e questa famiglia deve avere giustizia”. Bongiovanni ha poi auspicato che in Paraguay venga finalmente istituita una legge antimafia “per evitare il rischio che questo paese diventi uno Stato-mafia. Il popolo non lo deve permettere, deve protestare e questo è l’inizio di un nuovo cammino di rivoluzione civile”.
Rivolgendosi poi al Ministro Núñez, che aveva denigrato le inchieste giornalistiche di Pablo Medina, il direttore della rivista ANTIMAFIADuemila  dinnanzi alla televisione nazionale ha chiesto a Víctor Núñez di dimettersi: “Signor ministro si ritiri! Io credo più al mio amico Pablo che diceva che lei è amico dei narcos che non che Pablo scrivesse falsità. Lei offende la costituzione del suo paese.”


Padre Oliva: “Maggiore sicurezza per i giornalisti minacciati”
di AMDuemila – 19 novembre 2014

“Il giornalista è come una sentinella, e così è stato Pablo” ha affermato il sacerdote missionario Francesco Oliva, salito sul palco per esprimere il suo pensiero per Pablo Medina, assassinato lo scorso 16 ottobre. Il prete ha poi lanciato un appello per “chiedere maggiore protezione per i giornalisti in prima linea in tutto il mondo, perché spesso non viene colto il pericolo che loro corrono quando denunciano sicari e corrotti. Bisogna difenderli per evitare che qualsiasi killer li possa uccidere. Oggi i giornalisti vengono uccisi e noi li piangiamo, ma in realtà – ha concluso – dovevano essere disposte prima adeguate misure di protezione affinché il giornalista sia ben protetto anche dalla stessa impresa che gli dà lavoro”.

Kattya Gonzalez: “In questo Paese si agisce nell’impunità”
di AMDuemila – 19 novembre 2014
“Grazie per tenere viva la memoria in uno Stato che ci vuole a testa bassa” ha iniziato così Kattya Gonzalez, presidente del coordinamento degli avvocati paraguaiani, nel corso della manifestazione Justicia para Pablo. La Gonzalez ha manifestato un pensiero per i familiari del giornalista, assassinato “in modo così barbaro e vigliacco”. “Con la perdita di Pablo – ha proseguito – è stato evidenziato come in questo paese si agisce nell’impunità. Questa è una lotta titanica. La ricchezza si concentra nelle mani di pochissimi e il popolo deve mendicare pane, giustizia, diritti di base”. Per questo, ha aggiunto la presidente del coordinamento, “il Paraguay deve indignarsi. Quando si uccide un giornalista è un fatto molto grave, viene dato un colpo al cuore del processo democratico perchè è attraverso il giornalismo che si aprono le coscienze. La Corte suprema della giustizia deve essere rinnovata, ma stiamo attraversando un processo molto difficile”.


Giudice Rambaldo: “La criminalità sfrutta le debolezze istituzionali”
di AMDuemila – 18 novembre 2014

“Siamo qui per onorare Pablo Medina, quando l’ho conosciuto nel 2009 mi ha colpito perchè parlava e cercava la verità sull’omicidio di suo fratello. Ora la sua famiglia è qui, colpita dalla perdita di un altro figlio” l’ha detto Juan Alberto Rambaldo, giudice argentino, nel corso della manifestazione organizzata ad Asunciòn (Paraguay) per chiedere verità sull’omicidio del giornalista Pablo Medina.
Medina aveva tra le mani delle carte sul narcotraffico locale. “Si pensava che la droga era una questione localizzata – ha proseguito Rambaldo – in realtà la metodologia è unica ed estesa a tutti i paesi, dal Sud America all’Europa. La criminalità sfrutta le debolezze e le carenze istituzionali per portate avanti i propri affari”. Ma soprattutto, ha precisato il giudice, “dietro ai sicari ci sono gli imperi finanziari, i sistemi bancari che lavano ingenti quantità di denaro” e tutto ciò va a creare “uno stato criminale dentro lo stato nazionale. La forza è il popolo, solo lui può vincere questa battaglia” ha concluso.

Senatore Wagner: “Pablo ora vivo se Núñez non avesse liberato Vilmar Acosta”
di AMDuemila – 19 novembre 2014
E’ iniziata la manifestazione nazionale “Justicia para Pablo” per chiedere giustizia e verità sull’omicidio del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada uccisi più di 30 giorni fa. Presenti alla manifestazione anche alcuni rappresentanti dei paesi vicini, Cile Argentina, Uruguay ed anche dell’Europa.
“Siamo insieme in questa giornata unica per stringerci uno agli altri e chiedere giustizia” così ha aperto l’evento il presentatore che dal palco ha subito introdotto il giornalista uruguaiano Georges Almendras e il direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni organizzatori della manifestazione. Georges dopo aver salutato il pubblico ha sottolineato che la Plaza de la Democracia, dove si sta svolgendo l’evento, “rappresenta tutti coloro che lottano per la giustizia, contro i narcos, contro la criminalità, Medina è l’ispiratore di tutti noi simbolo della lotta alla mafia”. All’iniziativa – ha spiegato Almendras – hanno aderito anche il sindacato dei giornalisti, il coordinamento degli avvocati del Paraguay, il famoso giornalista Eduardo Galeano e la federazione nazionale degli studenti secondari”. Il rappresentante degli studenti, Federico Enciso, ha poi denunciato a gran voce “Che l’ingiustizia troppo spesso è radicata nei poteri dello Stato.” “A Pablo non avevano dato nessun tipo di protezione, nemmeno un poliziotto,- ha continuato Federico Enciso intervenuto dal palco- lo stato sottomette chi vuole dire la verità, noi come cittadini riaffermiamo che il responsabile diretto è il presidente della repubblica, anzi tutti e tre i poteri sono responsabili della morte di Medina.”
Anche il senatore Luis Alberto Wagner del partito liberale, dopo aver espresso la sua solidarietà a tutta la famiglia delle vittime, ha confermato la presenza della mafia nelle istituzioni uruguayane e dell’omertà diffusa: “La cosa che più dispiace è che Medina scriveva chiaramente chi erano i delinquenti della criminalità organizzata, eppure nessuno gli toccò un capello a questi criminali. E’ una vergogna per noi, in queste piccole località ci sono pochi abitanti, si conoscono tutti, si sa chi sono.”
Parlando poi di Vilmar Acosta, ritenuto il mandante dell’omicidio Medina, e del padre Vildal Acosta ha detto: “Sebbene nella loro tenuta si è trovata gente morta, torturata furono liberati dal ministro della corte Víctor Núñez che ratificò la libertà di entrambi. Se non è questo un narcoministro che cos’è?”. “Se Núñez non gli avesse dato la libertà Pablo oggi sarebbe ancora vivo.
Il senatore Wagner infine ha concluso invitando tutti a farsi portatori di questa richiesta di giustizia e verità e cacciare dal governo i corrotti: “Dobbiamo dire ai deputati che stanno giocando troppo contro la repubblica del Paraguay, dobbiamo essere 10, 50, 100 giovani e adulti non è solo un problema del Paraguay. Dobbiamo impegnarci per fare venire buoni paraguayani in politica. Dobbiamo continuare la nostra lotta per i nostri figli e per i nostri nipoti.”

“Justicia para Pablo”: iniziata la manifestazione!
di Francesca  Panfili – 18 novembre 2014

Asunción (Paraguay). Grande attesa per la manifestazione nazionale “Justicia para Pablo” che si terrà oggi alle 18:30 (22:30 italiane) in Plaza de la Democracia ad  Asunción per chiedere giustizia e verità sull’assassinio del giornalista Pablo Medina, ucciso insieme alla sua giovane assistente, Antonia Almada, di soli diciannove anni.
“A trenta giorni dalla morte di Pablo Medina ancora non sono stati arrestati i responsabili del clan che ha ordinato il suo assassinio” ha detto il direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni, nella conferenza stampa svoltasi ieri dinnanzi alla televisione nazionale paraguayana Tele Futuro e a numerosi giornalisti giunti anche dall’estero per l’occasione. Presenti anche il giornalista uruguayano Jean Georges Almendras, direttore di Antimafia Dos Mil Uruguay, il giudice argentino Juan Alberto Rambaldo, il giudice paraguayano Jorge Figueredo e il rappresentante di Antimafia Dos Mil in Paraguay Omar Cristaldo.Bongiovanni ha spiegato che oltre alla richiesta di giustizia sull’omicidio del giornalista paraguayano, collaboratore della rivista ANTIMAFIADuemila, il fine della grande protesta nazionale di oggi è anche quello di proporre alle autorità azioni concrete, fondamentali per combattere il narcotraffico e la corruzione imperante nel Paese, per evitare che altri giornalisti vengano ammazzati. “Noi vogliamo chiedere di più allo Stato paraguayano, alla magistratura, alla politica, per garantire una sicurezza maggiore e una giustizia certa ai cittadini, per evitare che capiti quello che è successo in Europa e soprattutto in Italia dove lo Stato si è corrotto con la mafia”. “Questo è un Paese straordinario, ricco di risorse e di gente onesta, – ha aggiunto il direttore di ANTIMAFIADuemila – noi vogliamo impedire che si trasformi in uno Stato mafioso e corrotto”.
20141118-movilizacion-streaming La mobilitazione di oggi quindi vuole essere l’inizio di una rivoluzione civile e democratica per dimostrare che il popolo paraguayano non appoggia la mafia e i grandi narcotrafficanti multimiliardari che vogliono mettere a tacere la stampa fino ad uccidere i giornalisti che denunciano le collusioni tra politica e criminalità organizzata. Molti i media che hanno dedicato spazio per promuovere l’iniziativa, tra questi il giornale ABC Color dove lavorava Pablo Medina e la radio nazionale ÑANDUTÍ  che ha dato voce ai relatori della protesta i quali hanno invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla manifestazione alla quale hanno aderito anche il sindacato dei giornalisti, la federazione nazionale degli studenti secondari e il coordinamento degli avvocati del Paraguay.
Sarà presente anche la famiglia di Pablo Medina, i genitori del giornalista ucciso e la figlia Dhirsen di ventinove anni, che vive attualmente sotto scorta, saranno accolti dalla delegazione di ANTIMAFIADuemila e dal suo direttore.

L’evento facebook: www.facebook.com/pages/Justicia-PARA-PABLO-Medina

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I VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE “JUSTICIA YA”

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