Morte di un giusto

16 ottobre 2014
La notizia dell’assassinio del nostro amico fraterno, il giornalista paraguayano Pablo Medina ci lascia davvero attoniti e senza parole. L’immagine del suo corpo crivellato dai colpi di fucile strazia la nostra anima perché assieme condividevamo la lotta contro le mafie, la corruzione, il traffico di stupefacenti e di organi. Pablo Medina è morto quest’oggi sotto i colpi di fucile sparati da due uomini armati fino ai denti. Colpi che ne hanno sfigurato il volto e massacrato il torace. Da anni era impegnato in una costante lotta anche per chiedere verità e giustizia per suo fratello, Salvador, anche lui giornalista e presidente della “Radio Comunitaria ñemity”, portavoce di una vera e propria campagna contro il sistema di corruzione del suo Paese, ucciso per mano mafiosa in un agguato.
Oggi la mafia ha colpito ancora. Un attacco violento avvenuto attorno alle due del pomeriggio. Pablo stava tornando da un servizio giornalistico e si trovava in compagnia di due persone. Uno di questi, al momento dell’attacco, è riuscito persino ad effettuare una telefonata. “Aiuto, aiuto, hanno sparato a Pablo” è riuscito a sentire Sixto Portillo, che aveva ricevuto la telefonata. Immediatamente è stato dato l’allarme, l’altro accompagnatore pure è stato ferito mentre Pablo Medina è rimasto ucciso. Dopo aver commesso il delitto i colpevoli sono fuggiti a piedi per pochi metri per salire su una moto e darsi alla fuga in direzione di una zona boscosa. Gli agenti di polizia hanno poi rinvenuto cinque bossoli di fucile 9mm. Da tempo Pablo Medina, corrispondente per Abc Color, stava compiendo denunce in particolare sul traffico di marijuana che stava crescendo nel dipartimento di Canindeyú mentre in passato aveva denunciato i malaffari dei boss legati al narcotraffico con la politica. Da oggi Pablo Medina non è più con noi. Un altro giusto che abbandona questa terra.
Assieme a tutta la sua famiglia, ai suoi cari, ai suoi amici noi ci stringiamo nel cordoglio per

rendere onore alla sua memoria ed al suo coraggio.

 

Giorgio Bongiovanni e tutta la redazione di ANTIMAFIADuemila

 

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Pablo Medina, amico e fratello
La mafia ancora una volta ha messo fine alla vita di un giusto
di Jorge Figueredo (Magistrato Corte Federale Paraguay) – 17 ottobre 2014
È difficile esprimere a parole ciò che si prova alla notizia dell’assassinio del giornalista Pablo Medina Velásquez, impegnato nella lotta contro la mafia e la corruzione, per mano di sicari, nel pomeriggio del 16 ottobre 2014, mentre ritornava da un servizio giornalistico in compagnia di una giovane donna, Antonia Almada, la quale è deceduta poco dopo il suo arrivo all’Ospedale Distrital di Curuguaty, dove è stata trasportata.
È difficile esprimere a parole ciò che si prova quando a cadere crivellato dalle pallottole è un amico e fratello con il quale ho condiviso l’ideale di vedere un Paraguay dove regni la Giustizia, libero dai vincoli con la mafia e la corruzione.
Pablo Medina è un nuovo martire non solo del giornalismo paraguaiano, bensì della lotta contro la mafia nel Paraguay e nel mondo. Proprio come suo fratello, il giornalista Salvador Medina, caduto per mano del crimine organizzato il 5 gennaio 2001, nuovamente il braccio armato della mafia ha ucciso uno storico e coraggioso giornalista noto per la sua operosità, costanza e fermezza nel suo impegno nello smascherare narcotrafficanti, trafficanti di legname, corrotti, poliziotti, politici e funzionari pubblici in genere legati al crimine organizzato.
A Pablo Medina preoccupava da sempre l’attività mafiosa nel dipartimento di Canindeyú, legata e addirittura usata da referenti politici di ogni bandiera politica, per la maggior parte appartenenti al partito colorato, attualmente al Governo nella figura del presidente Horacio Cartes.
Pablo Medina è stato collaboratore e lettore assiduo del giornale Antimafia Duemila. Ha partecipato a Congressi Antimafia come ad esempio nella città di Rosario nel 2009. È stato intervistato da Giorgio Bongiovanni, direttore della Rivista Antimafia Duemila. Questa notte, tra le fotografie fatte scorrere da  sfondo ai servizi informativi sul suo omicidio, la televisione nazionale canale 9 tv cerro corá ha mostrato più volte quella scattata insieme a Giorgio ad Asunción, Paraguay, dove Pablo sostiene il giornale antimafia aperto alla pagina dove era stato pubblicato un articolo in memoria di suo fratello Salvador Medina, anch’egli ucciso dalla mafia.
La morte di Pablo non è stata un caso, ma è un segno che il Paraguay si sta trasformando in una nuova Colombia o Messico, dove la Mafia impera sovrana al di sopra di tutti i poteri dello stato.
Questo assassinio non fa altro che rendere palese che il Governo di Horacio Cartes ha creato le condizioni propizie affinché il crimine organizzato e la mafia si siano non solo estesi quantitativamente, ma soprattutto qualitativamente, e che la mafia si è sposata con lo Stato paraguaiano. Oggi più che mai l’uccisione di Pablo Medina dimostra che lo Stato-mafia vincolato o alleato alla Mafia-stato è una dolorosa e terribile realtà attuale del paese.
Se noi cittadini paraguaiani non ci risvegliamo in coscienza e affrontiamo il problema uniti con serietà, perseveranza e coraggio, ci saranno molte altre vittime per cui piangere.
In questi momenti ci troviamo in una situazione uguale o peggiore della dittatura del Generale Alfredo Stroessner. Prima, gli assassini avevano volti, volti al servizio dello stronismo. Adesso gli omicidi della mafia che falciano la vita di giornalisti e contadini, colpevoli di essere critici soprattutto contro il sistema imperante, non hanno identità, e non mi riferisco solo ai sicari, ma ai loro padroni, agli ideologi dei crimini che continueranno ad ammazzare chiunque li denunci e li smascheri.
Solo se ci uniamo e lottiamo contro il flagello della mafia, queste morti finiranno e un giorno la mafia, come ha avuto un inizio avrà una fine.
Pablo Medina è un giusto che ha dato la Vita, la cosa più preziosa che ha l’uomo, nella sua lotta a favore della Giustizia e della Legalità in un paese dove l’illegalità, la corruzione e soprattutto la mafia prevale al di sopra di tutte le istituzioni dello stato ed è trasversale a tutta la società. Egli è stato un combattente nato, autentico, integro che ha offerto la propria vita per tutti noi, poiché cercava sempre la verità e non ha fatto mai un passo indietro davanti a nessuno, né venduto la sua coscienza per notorietà.
Non dobbiamo ricordare Pablo morto perché egli è in questo momento più vivo che mai, ci ha lasciato fisicamente ma il suo esempio di impegno, di lotta, di coraggio, i suoi ideali rimarranno sempre con noi che tenteremo di seguire le sue orme.
Grazie Pablo, amico e compagno di lotta, perché con il tuo esempio di vita ci hai dimostrato che sei un vero Uomo; che hai amato veramente il tuo prossimo, i bambini, che ti sei preoccupato sempre del benessere del popolo, sei stato e sarai sempre il faro di luce che risplende nell’oscurità della notte, per guidarci ed accompagnarci in questa guerra contro la mafia che è terribile ma che avrà una fine grazie a persone come te.

Pablo Medina, lutto per il giornalismo onesto
di Omar Cristaldo – 17 ottobre 2014
Nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre 2014, Pablo Medina, giornalista del quotidiano ABC Color è stato assassinato mentre percorreva la strada verso Villa Ygatimí. L’attentato a colpi di fucile sarebbe avvenuto alle 14:55 circa. Era alla guida della sua macchina, in compagnia di una giovane donna colpita anch’essa da quattro spari. Si tratta di una dirigente campesina che è stata trasportata d’urgenza all’Ospedale di Curuguaty dove è deceduta.
medina-omarPablo Medina, collaboratore ed amico di ANTIMAFIADuemila, ha partecipato a diversi congressi, come ad esempio quello organizzato nella città di Rosario dove egli parlò di come è perché era stato ucciso il fratello Salvador Medina, assassinato il 5 gennaio del 2001. Medina è ricordato per le sue denunce contro la mafia del narcotraffico attraverso i mezzi di comunicazione.
Dolore e tristezza inondano il nostro cuore di fronte a fatti che vestono a lutto il giornalismo onesto. Un giornalismo che mira a smascherare con le proprie denunce il potere nascosto della mafia del narcodollaro che impera sovrano nel nostro paese, il Paraguay, mimetizzato nella società e protetto dal potere complice di molti politici.
Che Dio accolga nella sua pace questo combattente colpito dal braccio criminale delle mafie, impegnato fino all’ultimo respiro per il benessere di tanti innocenti.

Fonte:Antimafiaduemila