Ecco la prova visiva che lo Stato tratta con i delinquenti

Renzi si dimetta
di Giorgio Bongiovanni
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Quanta indignazione e ribrezzo si prova osservando lo Stato italiano. Il germe della “trattativa”, lo scendere a patti con i criminali, è sempre più insito nelle nostre istituzioni e oggi non viene neanche nascosto ma reso palese, in diretta Rai, in un sabato sera di maggio.
L’immagine attonita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che osserva, senza muovere un dito, quanto sta avvenendo in campo, rappresenta l’inequivocabile resa di uno Stato incapace di intervenire e mettere ordine. Il questore di Roma Massimo Mazza, che oggi ha commentato gli scontri nella Capitale prima della finale di Coppa Italia (con un bilancio di nove feriti, tre per colpi di pistola, di cui uno gravissimo) ha dichiarato pubblicamente che “Non c’è stata alcuna trattativa con gli ultras del Napoli” e che non si è “Mai pensato di non far giocare la partita”. Ma le immagini televisive ci hanno raccontato ben altro.

de-tommaso-gennaro2Tutta l’Italia ha visto un calciatore, il capitano del Napoli Hamsik, ed un capo ultras, Gennaro De Tommaso (in foto), detto “Genny ‘a carogna” a quanto pare figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico dei Misso, sostituirsi al Prefetto stesso ed al Ministero degli Interni, scegliendo se giocare o meno la partita.
Il tutto mentre una pioggia di fumogeni e bombe carta prende vita dalla curva del Napoli bersagliando polizia, steward e forze dell’ordine. Addirittura un vigile del fuoco che si trovava a bordo campo viene ferito.
E’ la curva a dettare legge nel silenzio tombale delle istituzioni. Sì, perché ci sono delle regole, ma le decisioni, così come è accaduto altre volte nel nostro Paese, vengono lasciate in mano alla violenza di delinquenti.
Come può un Presidente del Consiglio non rendersi conto di quello che sta accadendo intorno a lui? Come può non muovere un dito di fronte alla vergogna di un intero Paese? de-tommaso-gennaro3Anziché inviare diecimila uomini a fermare questo strazio si è deciso di affidare ad un calciatore strapagato il compito di trattare con un delinquente e mettere in scena un vergognoso teatrino pur di permettere allo “show” di andare avanti.
Genny non si nasconde e sulla maglietta nera campeggia un’altra frase vergognosa: “Speziale libero”. Una dedica chiara all’ultrà del Catania Antonino Speziale che sta scontando otto anni di carcere per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore Filippo Raciti, avvenuto il 2 febbraio del 2007 durante gli scontri esplosi allo stadio Massimino.
Ha ragione la vedova Raciti, Marisa Grasso, che ha parlato di “vergogna per uno Stato che non reagisce, impotente e che quindi ha perso”.
In uno Stato normale la magistratura dovrebbe intervenire severamente aprendo un’inchiesta per omissioni d’intervento d’autorità.
E’ il metodo che è stato usato a suscitare indignazione e rabbia. Sì, perché ancora una volta, seppur si tratta di fatti diversi, lo Stato tratta de-tommaso-gennaro4mostrando il suo volto più debole. E’ la prova di chi è Renzi, un “bamboccio” in balia dei poteri forti. E si resta interdetti anche nel leggere le considerazioni del presidente del Senato Pietro Grasso che, lanciando “anatemi” contro il tifo violento, ha detto di aver pensato più volte di abbandonare lo Stadio senza poi far nulla, o della Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, che mentre andava in scena il delirio distribuiva sorrisi in tribuna. Lo stesso che hanno fatto tante altre autorità presenti all’“Olimpico”. La Questura e la Prefettura di Roma oggi tendono a minimizzare i fatti. Il Viminale addirittura si “lava le mani” spiegando che la decisione se rinviare o meno la partita non era di sua competenza. Ancora una volta però, resta evidente la resa delle istituzioni di fronte alla criminalità.

Foto © ANSA

Fonte:Antimafiaduemiladuemila