A chi ha giovato la scomparsa dell'aereo malese?

di Alfredo Jalife-Rahme*.

Le ricerche internazionali dell’aereo scomparso MH 370 hanno dimostrato che Washington era in grado di seguire il velivolo ben oltre quanto abbia preteso finora, e che ha fatto passare una settimana per rivelare quel che sapeva. Hanno altresì dimostrato che la Cina non disponeva di porti di rifornimento per schierare la propria flotta su una zona così vasta. Ma al di là della sparizione dell’aereo e di cosa questa abbia consentito di sapere in merito alle capacità strategiche di chi ha partecipato alla ricerca, non possiamo dimenticare che questo strano incidente rende felici due soggetti particolari: Blackstone e Jacob Rothschild.

Jacob Rothschild, presidente della RIT Capital Partners plc nonché direttore della Blackstone. Presidente dell’Institute for Jewish Policy Research.
Nell’era geostrategica tripolare del mondo post-Crimea – che ha come protagonisti Stati Uniti, Russia e Cina – è d’obbligo confrontare la soverchiante disinformazione occidentale con l’imprescindibile consultazione dei reportage del portale multimediale russo Russia Today.
Come spesso succede nei casi di “incidenti” misteriosi, l’inconsueta scomparsa dell’aereo corrispondente al volo MH 370 della compagnia Malaysia Airlines la cui spiegazione non convince nessuno, tanto meno la maggioranza dei cinesi direttamente colpiti – ha portato a svariate interpretazioni, alcune strampalate e altre inquietanti. Mentre infuria la guerra delle sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea contro Vladimir Putin, Russia Today ha subito reso pubblico che «a quattro giorni (proprio così!) dalla scomparsa del volo MH 370, un brevetto sui semiconduttori era stato approvato dall’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti». È scoppiata la “guerra dei brevetti”?
Secondo RussiaToday, il beneficiario del brevetto del semiconduttore è Jacob Rothschild, appartenente alla controversa e assai leggendaria dinastia di banchieri.
La proprietà del brevetto era detenuta da cinque titolari, ognuno al 20 per cento: la società Freescale Semiconductor con sede a Austin (Texas), e altri quattro individui originari della città di Suzhou (Cina), dipendenti della società texana, che si trovavano a bordo dell’aereo scomparso.
Secondo il portale russo, «se il titolare del brevetto muore, gli altri titolari si divideranno alla pari i dividendi del defunto, qualora ciò non sia contestato nel suo testamento». «Scomparsi (e/o morti)» i quattro proprietari cinesi del brevetto, «colui che rimane in vita andrà dunque a ottenere l’intera proprietà del brevetto». Questo è proprio quanto è accaduto a favore della ditta texana Freescale Semiconductor, che appartiene alla controversa e invisibile società Blackstone, il cui proprietario è il banchiere anglo-israeliano Jacob Rothschild [1].
Gli inventori e depositanti erano i quattro cinesi scomparsi e il beneficiario è unicamente la Freescale Semiconductor. Ma che fortuna!
L’identità invisibile della Blackstone, la sua interconnessione con la BlackRock e il suo partenariato con Evercore Partnership che, per singolare combinazione, stanno dietro la privatizzazione della PEMEX (la compagnia petrolifera messicana) emerge in maniera inquietante [2].
Apparirebbe dinque che Blackstone amministri la BlackRock, diretta dall’anglo-statunitense Larry Fink [3].
Al di là dell’interconnessione tra le alte sfere di Blackstone, BlackRock, Rothschild, George Soros, Scotia bank, Evercore Partnership, Protego, unitamente a Kissinger Associates e alle controverse assicurazioni AIG, il cui presidente è l’israelo-statunitense Maurice Hank Greenberg, si dovrebbe scrutare l’identità dell’impresa Freescale Semiconductor.
È alquanto strano che tra i 239 passeggeri, 20 fossero dipendenti del Pentagono, oltre ai quattro passeggeri che avevano dei passaporti rubati.
Ben al di sopra delle inevitabili speculazioni del caso, il fatto rilevante risiede nella professione di elettronico svolta dai 20 dipendenti del Pentagono, tutti quanti molto qualificati nell’arte della guerra elettronica volta a evitare i sistemi radar militari [4].
Cosa assai curiosa: dei venti dipendenti scomparsi della Freescale Semiconductor, dodici sono originari della Malaysia e otto della Cina.
Freescale Semiconductor si vanta del fatto che i suoi prodotti abbiano applicazioni nei seguenti ambiti: comunicazioni sul campo di battaglia; avionica; guida dei missili; guerra elettronica e sistemi di riconoscimento amico o nemico.
La controversa società texana è stata una delle prime società di semiconduttori al mondo. Cominciò come una divisione della Motorola, dalla quale poi si separò per essere acquisita nel 2006 dalla Blackstone (dei Rothschild), dall’onnipotente Carlyle Group e dalla TPG Capital.
Il gruppo Carlyle Group evidenzia il nepotismo dinastico dei Bush, di Frank Carlucci (ex consigliere per la Sicurezza Nazionale ed ex segretario alla Difesa), dell’ex primo ministro britannico John Major, e ha come rappresentante in Messico la controversa figura di Luis Téllez Kuenzler, oggi responsabile della Borsa, presso cui si sono verificate diverse strane interruzioni delle quotazioni [5].
La TPG Capital è una potente società d’investimento con sede a Fort Worth (Texas), presieduta dall’israelo-americano David Bonderman, che eccede per stravaganze come quella di aver versato 7 milioni di dollari ai Rolling Stones e altri per celebrare il suo sessantesimo compleanno, nel 2002.
Freescale Semiconductor si specializza nella guerra elettronica e nella tecnologia furtiva (ovvero stealth, NdT – «cloak technology») e utilizza le strategie che fanno perno sulle contromisure elettroniche dei radar (ECM): 1) interferenze radar; 2) modificazione degli obiettivi; 3) modificazione elettrica delle proprietà dell’aria.
Secondo The Daily Beast, un attacco israeliano contro l’Iran andrebbe ben al di là del bombardamento aereo, e probabilmente farebbe ricorso a una guerra elettronica contro l’intero sistema elettrico del Paese, le sue connessioni internet, le sue reti cellulari e le sue frequenze di emergenza per pompieri e poliziotti. The Daily Beast assicura che Israele «ha messo a punto un’arma in grado di imitare il segnale di mantenimento dei telefoni cellulari», che blocca efficacemente le trasmissioni. Nel corso dell’ultimo decennio, Israele ha accumulato una vasta gamma di armi ad alta tecnologia del valore di svariati milioni di dollari, che le permetterebbe di contrastare, accecare e rendere sorde le difese di Teheran nel caso di un attacco aereo [6].
Inoltre, c’è una nuova tecnologia stealth che rende l’aereo invisibile ai radar e lo maschera all’occhio umano, laddove il camuffamento ad alta tecnologia può creare campi elettromagnetici, come afferma military.com [7].
La Cina accusa gli Stati Uniti di una intensificazione degli attacchi via internet [8], mentre Pechino e Washington accelerano la corsa agli armamenti per la dissimulazione della tecnologia dell’aereo invisibile.

Lee Hamilton, presidente del Wilson Center. Questo ex parlamentare democratico salvò Ronald Reagan in occasione dello scandalo Iran-Contra. Nel 2000, partecipò allo sviluppo del concetto coloniale della “responsabilità di proteggere”. Ha co-presieduto la commissione presidenziale d’inchiesta sull’11 settembre, che sviò l’attenzione dal colpo di Stato per concentrarla sugli attentati. Nel 2006, ha co-presieduto la Commissione Baker-Hamilton, che decise la pausa militare in Medio Oriente.
La potente società britannica a produzione militare BAE Systems – legata alla NSA, al segretariato della Homeland Security nonché al sinistro Wilson Center – smascherata nel corso del lurido scandalo al-Yamamah, possiede un programma adattabile, che punta a occultare gli autoveicoli, e che può estendersi alle imbarcazioni e agli elicotteri.
Dovremmo dunque vedere dietro la scatola nera del volo MH 370 il lugubre duo finanziario Blackstone/BlackRock dei Rothschild?
Fonte: La Jornada (Messico)
Tratto da :Megachip
Note:
[2] “BlackRock: el mayor inversionista del mundo detrás de la privatización de Pemex“, Alfredo Jalife-Rahme, La Jornada, 11 dicembre 2013.
[3] “Lessons From Blackstone for BlackRock“, Jeffrey Goldfarb, The New York Times, 23 gennaio 2014.
[5] Vedi il dossier “Carlyle Group“.
[6] “Israel’s Secret Iran Attack Plan: Electronic Warfare“, Elie Lake, The Daily Beast, 16 novembre 2011.
[7] “Invisible Planes: China, US Race for Cloaking Tech“, Gene J. Koprowski, Fox News, 17 dicembre 2013.
[8] “China points finger at US as hacking attacks soar“, Shanghai Daily, 29 marzo 2014.
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
* Alfredo Jalife-Rahme è un giornalista messicano, di origine libanese, specializzato in relazioni internazionali, economia, geopolitica e globalizzazione. È professore di Scienze Politiche alla Universidad Nacional Autónoma de México e pubblica frequenti editoriali in quotidiani come La Jornada e El Financiero.
Viene spesso intervistato alla CNN e a TeleSUR.
Il suo ultimo libro pubblicato è El Híbrido Mundo Multipolar: un Enfoque Multidimensional, (Orfila, 2010).