Anche Renzi isola i pm di Palermo

di Antonio Ingroia
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Le risposte di Matteo Renzi a Roberto Saviano, pubblicate domenica da Repubblica, sono lacunose e, soprattutto, isolano ulteriormente la Procura di Palermo. Antonio Ingroia commenta il piano di Renzi sulla mafia nel suo blog sull’Huffington Post.

Su Repubblica di domenica Matteo Renzi risponde a un appello di Roberto Saviano che, sulle stesse pagine, venerdì gli aveva chiesto cosa avesse intenzione di fare in tema di mafia.

L’analisi che del fenomeno fa il neopresidente del Consiglio è largamente inadeguata. Intanto perché uno dei problemi principali del nostro Paese avrebbe dovuto essere affrontato subito, senza che arrivasse alcun tipo di sollecitazione, poi perché sia l’analisi che le soluzioni che Renzi prospetta sono del tutto lacunose e insufficienti.

Accanto a qualche risposta positiva, ad esempio in tema di maggior rigore nella certificazione antimafia delle aziende impegnate negli appalti pubblici e nello scioglimento dei comuni in odore di mafia, mancano risposte concrete su questioni cruciali. Non si può liquidare, ad esempio, la lotta alla corruzione, con la nomina di un commissario anticorruzione. Questi sono pannicelli caldi, la solita politica degli annunci. Servono, invece, leggi più severe, che restituiscano strumenti ad una magistratura ormai disarmata, ed una seria prevenzione che venga da una cultura politica nuova, ispirata al principio di responsabilità, come da tempo continuo a chiedere invano, da magistrato prima e in politica poi. E come fa Renzi a dimenticare sempre di citare la lotta alla grande evasione che molto spesso è legata a doppio filo alla criminalità organizzata?
Non mi aspettavo da lui riferimenti alla trattativa stato-mafia. Anche Renzi, così come quasi tutta la classe dirigente del suo partito, ignora (quando non denigra) l’importante processo in corso a Palermo. Ma quel che risulta odioso e insopportabile è il mancato riferimento e sostegno a magistrature e procure che sono in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata.
Non mi aspettavo alcun riferimento al sottoscritto, vittima di una pesante intimidazione proprio nei giorni scorsi, ma mi aspettavo che il presidente del Consiglio, proprio per il ruolo istituzionale che ricopre, nella consueta retorica del “non lasciamoli soli”, facesse un riferimento ai pm della Procura di Palermo e a Nino Di Matteo che nelle settimane e nei mesi scorsi è stato additato come obiettivo da Totò Riina nel corso delle ormai ben note intercettazioni.
Ebbene, Renzi non lascia soli giornalisti, parenti delle vittime, testimoni di giustizia, ma non si sofferma mai, neanche una sola parola, sulle procure in prima linea. In questo rivelandosi perfettamente allineato sia al Presidente della Repubblica che al Csm. E’ questo che il nuovo avanza? Se è questo, odora troppo di vecchio e stantio.

Tratto da: azionecivile.net