Riapre la palestra di Valeria Grasso: un presidio di legalità a San Lorenzo

di Lorenzo Baldo

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Palermo. “… E se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto”, la frase del Beato Pino Puglisi capeggia sulle magliette bianche degli studenti del liceo di Brancaccio “Danilo Dolci”. L’emozione di questi ragazzi è palpabile. Oggi si realizza il sogno di Valeria Grasso. Ed anche il loro. Dopo un lungo periodo di chiusura forzata per colpa della mafia, ma anche per l’assenza dello Stato, viene inaugurata nuovamente la palestra della testimone di giustizia costretta a vivere in località protetta per non aver sottostato alle imposizioni del clan Madonia. Davanti alla cancellata è posto il grande striscione dell’associazione Cittadinanza per la magistratura “Uniti tra noi uniti per voi contro la mafia”. Nei sorrisi e negli occhi lucidi dei veri protagonisti di questa giornata è racchiuso un senso profondo di riscatto per la città di Palermo. Riscatto, ma soprattutto giustizia e verità, che ancora attendono i genitori di Nino Agostino, il poliziotto ucciso insieme alla moglie Ida Castellucci il 5 agosto del 1989. Vincenzo e sua moglie Augusta si uniscono ai tanti ragazzi che si accalcano per entrare nei locali di via Matteo Dominici 27.

Nel frattempo il sindaco Orlando taglia il nastro colorato posto all’entrata. “Nino e Ida dal 1989 in attesa di verità e giustizia” recita un grande cartello tenuto alto da alcune persone. Ed è riprendendo le parole di Padre Puglisi che Valeria Grasso introduce un momento di riflessione. “Se ognuno fa qualcosa – ribadisce la testimone di giustizia che recentemente ha annunciato di voler tornare a vivere a Palermo con la sua famiglia –  possiamo far cambiare lo stato delle cose. Voi ragazzi avete fatto quello che altri non avevano voluto fare, avete preso una posizione importante dicendo no alla mafia”. Successivamente è uno dei ragazzi del “Danilo Dolci”, Claudio, a prendere la parola per sottolineare che, da oggi, questa palestra “sarà la casa di tutti i cittadini”, un vero e proprio “presidio di legalità” nato dall’unione di due quartieri come Brancaccio e San Lorenzo. “Questo è un evento che non avrà fine – evidenzia di seguito Simona –, questo è l’inizio di un percorso che porteremo avanti, per testimoniare che Palermo e la Sicilia non è solo mafia!”. Un ragionamento sul “degrado morale” che sta attraversando la nostra società viene affidato al combattivo preside del liceo, prof. Domenico Di Fatta. Per il dirigente scolastico saranno questi ragazzi “a risvegliare le coscienze di tanti altri” così da svegliare costoro “dal sonno del Gattopardo”. Il prof. Di Fatta cita a mo’ di esempio la forza morale del giornale “La Voce del Danilo Dolci”, pensato e realizzato dai suoi stessi studenti (con il coordinamento del prof. Luigi Barbieri, ideatore del progetto di legalità). Il preside illustra ugualmente il progetto di coinvolgere tante altre scuole di Palermo in un percorso comune, per poi concludere il suo intervento chiedendo esplicitamente al sindaco Orlando il sostegno da parte delle istituzioni. Accanto a lui c’è l’ex pm Antonio Ingroia che sottolinea la capacità della città di Palermo di “reagire” ai “tanti momenti bui” e di riuscire ad “emozionarsi” in quelli più “esaltanti”. Ingroia spiega ai ragazzi l’importanza di “indignarsi contro la mafia”, così come “contro quella solitudine che ha vissuto Valeria Grasso”. “La legalità non è solo repressione – ribadisce –, ma anche sviluppo, felicità, libertà. Di fronte al disastro di questo Paese, dopo l’ultimo ventennio, dobbiamo ricostruire dalle macerie un’Italia diversa, senza più quella casta politica che la mafia ha alimentato”. La differenza tra “evento” e “accadimento” viene ripresa in seguito da Leoluca Orlando che sottolinea l’assoluta peculiarità dell’inaugurazione della palestra di Valeria Grasso che rappresenta “un accadimento, un percorso di vita”. Un “accadimento” che si inserisce in quello che definisce “l’impegno di liberazione dalla mafia” con l’auspicio “che non sia racchiuso in una nicchia”, ma che appartenga all’intera collettività. “La riapertura di questa palestra sarebbe un riscatto per la sofferenza patita dai miei figli”, aveva detto un po’ di tempo fa la stessa Valeria Grasso. Ed è ricordando quelle parole che il prof. Barbieri rimarca successivamente l’importanza della continuità di questo progetto. “Se tra due mesi tutto torna alla ‘normalità’ – afferma con forza –, e i giovani saranno costretti a scappare da Palermo, avremo fallito”. Con infinita dignità nel reggere la sofferenza che solo una madre che ha perso un figlio può conoscere, Augusta Agostino racconta della lettera lasciata da lei e da suo marito a Padre Puglisi, un paio di mesi prima che quest’ultimo venisse ucciso dalla mafia, che conteneva la richiesta di giustizia di due genitori. Quella lettera era poi confluita nel libro “Il miracolo di don Puglisi” ed era stata letta in diretta da Flavio Insinna nella trasmissione radiofonica “Per favore parlate al conducente” in onda lo scorso anno su Radio2. Mentre Augusta legge quella lettera sono in molti ad asciugarsi gli occhi dall’emozione. Soprattutto quando conclude affermando che la sua pretesa di giustizia e verità – se non si esaudirà prima – continuerà anche dopo la sua morte, con una frase da scrivere sulla sua lapide: “Qui giace una mamma in attesa di giustizia”. In sala c’è anche Amico Dolci, figlio del sociologo triestino, che si unisce al grande applauso per questa donna minuta dalla volontà di ferro. Poco dopo prende il microfono suo marito, Vincenzo, che simbolicamente regala alla palestra una copia del Dvd “Io ricordo” contenente 26 storie di familiari di vittime di mafia. La rabbia e la disperazione del padre di Nino Agostino si sciolgono in un appello accorato alla magistratura affinchè possa fare luce sull’omicidio di Nino e Ida. L’uomo con la lunga barba bianca chiede alle istituzioni di essere coerenti, limpide, senza ombre. Dal canto suo Orlando cerca di rassicurarlo. Ma è soprattutto Antonio Ingroia a ricordare l’impegno costante della magistratura nel cercare di risolvere questo terribile omicidio, purtroppo intervallato da veri e propri muri di gomma. “Quando si ha a che fare con ‘misteri di Stato’, come è certamente il caso di vostro figlio e di sua moglie, o con ‘trattative’ come quella che riguarda le stragi del ‘92/’93 – specifica Ingroia – la magistratura e la parte migliore della società italiana, non possono da sole cambiare le cose. Deve cambiare la politica! Ecco perché è importante che ciascuno di noi, qualunque sia il ruolo che si riveste dentro e fuori le istituzioni, partecipi e denunci attaccando la politica che non fa la sua parte. Bisogna soprattutto cambiare la politica, così da rinnovare ad esempio il futuro ministro degli Interni, quello della Giustizia, o il Presidente della Repubblica”. “Se anche i più alti vertici delle istituzioni aiuteranno la magistratura (invece di ostacolarla), se vorranno aiutare all’accertamento della verità (invece che sottrarsi), se andranno a testimoniare (invece che cercare di tirarsi indietro), allora finalmente la magistratura riuscirà ad andare sino in fondo. I magistrati con la schiena dritta c’erano e ci sono. E andranno fino in fondo se ci sarà il sostegno della società e soprattutto se ci sarà una politica amica della giustizia e della verità, amica della magistratura, amica della democrazia e dei cittadini!”. Sulle pareti della palestra spiccano tante foto di Padre Puglisi insieme ai suoi ragazzi, è come se si potessero riascoltare ancora le sue parole. “I primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti – diceva più di vent’anni fa il sacerdote di Brancaccio –. Con loro siamo ancora in tempo, l’azione pedagogica può essere efficace, con gli adulti è invece tutto più difficile. Con i bambini non si devono fare discorsi filosofici, bisogna invece aiutarli a capire la loro dignità umana, a dare un senso alla loro vita”. Quel senso che, oggi, tra queste mura, si è potuto respirare un po’.
La giornata prosegue con un dibattito nel pomeriggio che vedrà la partecipazione dei magistrati Vittorio Teresi e Francesco Del Bene, per poi concludersi domani con tanti altri ospiti.

Fonte:Antimafiaduemila