Riina attacca e Palermo risponde: tutti uniti per Nino Di Matteo e il pool antimafia!

di Lorenzo Baldo
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“Palermo non si arrende, resiste ed è presente!”. Uno dei tanti cori che si sono sentiti oggi rispecchia fedelmente il clima che si è respirato alla manifestazione in sostegno dei pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene, Roberto Tartaglia, Vittorio Teresi, Roberto Scarpinato e dell’avvocato Fabio Repici. “Non siate indifferenti” recitava il titolo del raduno, e così è stato.
Secondo le ultime stime circa duemila persone hanno sfilato da Piazza Verdi fino alla sede del Comune di Palermo. Una miriade di giovani, vecchi, qualche famiglia, alcuni venuti anche da altre regioni d’Italia. Pure una rappresentanza del presidio di Libera “Antonino e Ida Agostino” dalla Valcamonica. Tutti insieme per rispondere con la propria presenza alle minacce di Totò Riina di cui si è avuta notizia alcuni giorni fa, così come per rispondere alle minacce di Rosario Cattafi nei confronti dell’avvocato Repici. Davanti al Teatro Massimo si sono visti tanti volti dell’associazionismo siciliano, tante facce di chi ha combattuto contro la mafia prima e dopo le stragi del ’92. Uomini e donne che hanno collezionato vittorie e sconfitte, speranze e disillusioni.

Che oggi si sono rispecchiati in tutti quei giovani che attraverso il tam-tam dei social network si sono mobilitati a Palermo e in diverse altre città d’Italia (fino a giovedì sono previste altre manifestazioni). Il risultato ottenuto in soli cinque giorni di preparazione è di quelli da record. Il movimento delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino, Cittadinanza per la Magistratura, Muovi Palermo, Azione Civile, ContrariaMente e tante altre realtà siciliane sono riuscite a dare un segnale fortissimo alla mafia: “Palermo c’è”. Un segnale chiarissimo prima che si possano compiere nuove stragi. Tra la folla si è intravisto anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, venuto a portare la solidarietà della presidenza della regione. “C’è il rischio che la mafia torni a sparare – ha sottolineato –. Non pensiamo che sia un fenomeno che appartiene al passato”. Qualche metro più in là c’è chi l’ha contestato per la sua posizione in merito al Muos e chi ha ricordato l’impossibilità dei familiari di vittime di mafia di riuscire ad essere ricevuti da lui nei giorni delle proteste sotto il palazzo della Regione. “Vogliamo manifestare la nostra solidarietà a Di Matteo – ha ribadito Simone Cappellani, portavoce delle Agende Rosse –. Sappiamo quanto gravi sono le minacce che arrivano da Riina. Non vogliamo che riaccada quello che è accaduto nel 1992”. Con questo auspicio un corteo colorato e appassionato si è mosso dietro ad uno striscione con la scritta “Si muore quando si è lasciati soli”. Per contrastare la solitudine e l’isolamento dei magistrati più esposti tutte queste persone ci hanno messo la faccia. Cosa che non è avvenuta da parte delle istituzioni. Il silenzio dagli alti vertici istituzionali si qualifica da solo. Ed è una vera e propria responsabilità che peserà ulteriormente su costoro se dovesse accadere qualcosa di grave. Questo popolo ha manifestato oggi tutta la propria indignazione nei confronti di quei sepolcri imbiancati pronti solamente ad occupare le prime file delle chiese durante i funerali di Stato. Le persone che sono scese in piazza hanno gridato il loro sdegno verso quello Stato-mafia che isola e delegittima i suoi più fedeli servitori. La canzone dei Modena City Ramblers “100 passi” ha accolto il corteo arrivato davanti alla sede del Comune di Palermo. Da un balcone di Palazzo delle Aquile Vincenzo Agostino ha srotolato il primo striscione “Uniti tra noi, uniti per voi contro la mafia”, accanto a lui altri rappresentanti della società civile hanno esposto lo stesso striscione che aveva aperto il corteo “Si muore quando si è lasciati soli” e infine su un altro ancora spiccava la scritta “Tu da che parte stai? Con Di Matteo!”. Quasi a voler rimarcare quella risposta la gente ha gridato in coro: “Siamo tutti Nino Di Matteo!”. D’improvviso si è sentita una sorta di mitragliata amplificata notevolmente dalle casse poste agli angoli della piazza. E poi un’altra ancora. Come se un mitra avesse sparato sulla folla un flashmob si è materializzato. Centinaia di persone si sono sdraiate immediatamente come se fossero state colpite da proiettili invisibili. Una sorta di déjà vu. Il pensiero è andato a tutti i martiri di Palermo che davvero hanno perso la vita sotto il piombo mafioso. Un lungo applauso ha riportato alla realtà. Dalle gradinate del palazzo di fronte al Comune Marcello Capetta di Muovi Palermo ha ringraziato la città di Palermo per avere risposto a questa chiamata per poi passare la parola a Leoluca Orlando. “Fino a quando non verranno cacciati fuori dalle istituzioni i complici della mafia – ha rimarcato il sindaco di Palermo –, la lotta a Cosa Nostra rischia di essere soltanto una posizione sterile, senza che si incida su quello che è un sistema di potere della mafia e un sistema di potere politico. Se non viene espulso dai palazzi del potere, rischia la democrazia del Paese”. Orlando ha poi sottolineato che la Giunta aveva appena deliberato il documento in sostegno dei magistrati proposto da Salvatore Borsellino e dalle Agende Rosse finalizzato ad allertare il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Il sindaco di Palermo ha quindi spronato la Commissione antimafia a lavorare seriamente sulla questione della trattativa Stato-mafia, auspicando fortemente che venga chiusa al più presto la pratica disciplinare aperta dal Csm nei confronti dello stesso Di Matteo. Di seguito è stato letto un messaggio del giudice nisseno Giovanbattista Tona.  “La costanza delle associazioni palermitane nelle loro iniziative a sostegno dei nostri colleghi minacciati dalla mafia – ha ricordato il magistrato – è motivo di grande speranza per il futuro e deve indurre tutti i magistrati a lavorare sempre al meglio per riaffermare i valori costituzionali nei nostri territori”. Un lungo applauso ha accolto il testo inviato da Nino Di Matteo. “La  difficile strada per liberare il nostro Paese dalla mafia, e dal pericoloso diffondersi, a tutti i livelli, della mentalità mafiosa anche nell’esercizio del potere – ha scritto il pm per ringraziare i partecipanti – , passa anche da manifestazioni come questa; più in generale dalla vostra volontà e capacità di conoscenza e partecipazione, dalla consapevolezza della necessità di una vera e propria ‘rivoluzione culturale’ che , con il rifiuto di ogni forma di violenza e prevaricazione, partendo dai comportamenti di ciascuno di noi, segnerà finalmente la reale affermazione dei principi Costituzionali ed il definitivo tramonto del fenomeno mafioso”. Un vero e proprio abbraccio virtuale è partito dalla piazza per arrivare al pm di punta del pool sulla trattativa. Subito dopo la poetessa Lina La Mattina ha catalizzato l’attenzione con una sua poesia in siciliano dedicata al processo Stato-mafia. Dopo un breve intervento di Salvo Di Chiara di ContrariaMente è stata Linda Grasso di Azione Civile a ribadire che questa sarà la prima di una serie di iniziative “per non lasciare mai più soli i magistrati”. Un forte temporale si è abbattuto su Palermo a manifestazione conclusa. Quasi un simbolo per una città dove lo scontro tra bene e male è sempre aperto.

fonte: antimafiaduemila.com