La guerra alle mafie? Dev'essere europea

di Piero Messina

alfano-sonia-c-castolo-giannini

L’Europa dichiara guerra alle mafie. Dopo oltre due anni di lavoro la Commissione antimafia del parlamento di Bruxelles (Crim), presieduta dall’eurodeputato Sonia Alfano, ha redatto il testo di una direttiva che nella prossima legislatura europea verrà sottoposta agli Stati membri per la ratifica. In quel testo c’è molto della competenza italiana nel contrasto alle mafie.

Nel corso dei lavori preparatori, la Commissione ha lavorato fianco a fianco con gli organismi investigativi e le magistrature di tutta Europa e degli Stati Uniti. E sono venuti fuori dati allarmanti: il danno provocato dalle mafie ai paesi europei sfiora la cifra monstredi 700 miliardi di euro l’anno. Una montagna di denaro illegale che viene realizzata dalla presenza, censita ufficialmente dalla commissione, di oltre 3600 organizzazioni criminali che operano sul territorio europeo. Il testo “antimafia” formulato dalla commissione di Bruxelles sarà presentato il 26 novembre a Palermo nella sede della Dia. Ecco come lo presenta la stessa Sonia Alfano.

Un esercito mafioso che l’Europa ha deciso di contrastare in modo unitario
“Sì, finalmente un approccio globale contro le mafie, che hanno messo radici in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea e hanno stretto alleanze con gruppi criminali di altri Paesi. L’approccio globale al problema ha preso forma all’interno del Parlamento Europeo e della Commissione Crim. Ora questo impegno deve diventare un atto concreto nel più breve tempo possibile. Confidiamo nell’impegno della Commissione Europea e speriamo che il nuovo Parlamento voglia continuare il cammino virtuoso intrapreso durante questa legislatura”.

Il testo della direttiva è ambizioso e tende ad allineare e rendere omogenea la normativa degli Stati membri per il contrasto, soprattutto sul piano economico, alle cosche
“Il Parlamento Europeo con il voto del 23 ottobre scorso ha chiesto che vengano introdotti in tutti gli Stati membri il reato di associazione mafiosa e di voto di scambio che contempli anche vantaggi immateriali; il regime carcerario 41bis; l’abolizione del segreto bancario; l’esclusione da gare d’appalto per operatori economici condannati con sentenza passata in giudicato per reati di mafia, corruzione, riciclaggio; la confisca dei beni anche in assenza di condanna e il riutilizzo dei patrimoni confiscati a scopi pubblici e sociali. Sono previste anche misure relative a incandidabilità, ineleggibilità e decadenza da cariche pubbliche per chi risulta legato ai clan, norme per facilitare l’utilizzo di tecniche investigative speciali e l’eliminazione dei paradisi fiscali nel territorio dell’UE”.

Le stime della Commissione Crim quantificano in oltre 670 miliardi di euro il danno economico cagionato dalle mafie all’economica europea. Quali sono le principali aree di business delle mafie? Quali gli strumenti concreti per contrastarle?
“Tutta l’Europa è stata invasa. Sul piano geopolitico, poi, la presenza delle mafie è molto evidente nell’area balcanica, in Germania, Spagna, Portogallo, Olanda, Bulgaria, Austria, Belgio, Gran Bretagna. Ma nessuno degli Stati Membri è immune. Gli strumenti concreti sono quelli proposti dalla Commissione Crim. E’ indispensabile e urgente la valorizzazione della cooperazione tra Stati, le istituzioni europee, le agenzie europee, i Paesi terzi e tutti gli organismi internazionali deputati al contrasto del crimine organizzato, così come è importante che ogni Stato Membro abbia una base legislativa cui fare riferimento. L’obiettivo della CRIM è stato proprio questo: fornire all’Europa il know-how italiano. Ma anche in Italia c’è bisogno di rendere più efficace la legislazione”.

 

In quanto tempo saranno in vigore le nuove norme europee contro le mafie?
“Non possiamo fornire tempistiche precise, ma sicuramente il termine massimo per far partire un piano d’azione che attui la risoluzione della CRIM deve essere quello della prossima legislatura. Speriamo che la Commissione Europea agisca entro la fine del 2014”.

Europol ha censito oltre 3600 organizzazioni criminali che operano in Europa. Quali sono le più pericolose? E quali sono i clan emergenti?
“Non esistono mafie innocue ma sicuramente, insieme alle organizzazioni criminali italiane (la ‘ndrangheta è la più potente e ricca al mondo), sono particolarmente pericolose quelle russe, quelle africane, quelle dell’area dei Balcani e quella cinese. L’Fbi ha attivato una task force a Budapest perché ha riconosciuto quell’area come importante snodo di attività criminali: l’operazione avrebbe dovuto avere breve durata, sono passati cinque anni ma la task force degli americani è ancora attiva”.

Foto di Castolo Giannini

Tratto da: espresso.repubblica.it