Lo Stato restituisce i soldi a Cosa nostra

di AMDuemila – 1° settembre 2013
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Nel “decreto Imu” ritoccato dal governo Letta è previsto un rientro di liquidità pari 700 mila euro che dovrebbero arrivare da un condono contabile. E’ così che Francesco Corallo, figlio di Gaetano Corallo, una delle teste di ponte per gli investimenti della famiglia Santapaola (amico personale del boss Nitto (foto)) nei casinò del Nord Italia e condannato per questo negli anni ottanta, potrebbe risolvere le proprie pendenze dopo la condanna della sua società, la Atlantis/Bplus, leder nel settore delle slot machine in Italia, innanzi alla Corte dei Conti. Corallo è rientrato in Italia da Santo Domingo dopo una latitanza di 14 mesi (lo scorso 5 agosto si è consegnato all’autorità giudiziaria).
Attualmente si trova ai domiciliari per il caso dei prestiti facili della Bpm. Secondo l’accusa, Bpm avrebbe elargito un prestito di 148 milioni di euro alla Atlantis, in cambio, ci sarebbe stata una presunta mazzetta da oltre un milione di euro girata all’ex presidente Bpm Massimo Ponzellini oltre che la promessa, da dimostrare, di 3,5 milioni di sterline. Nei confronti di Corallo inoltre la Procura aveva contestato anche il reato di corruzione che tuttavia è decaduto perchè la Bpm ha ritirato la querela.

Con le slot la vicenda risale invece a 5 anni fa quando la procura della Corte dei Cont aveva contestato a 10 società (tra queste quella di Corallo) concessionarie delle new slot e a tre dirigenti dei Monopoli di Stato un danno erariale pari a 98 miliardi. L’accusa era semplice con le slot che si sarebbero dovute collegare a un cervellone centrale gestito dalla Sogei, la società di servizi informatici del ministero dell’economia. Un collegamento chiave per decifrare l’ammontare delle entrate derivanti dal gioco e le tasse da pagare. Collegamenti e rete che non hanno mai funzionato. Secondo le stime della procura tra il 2004 e il 2006 su poco più di 200 mila apparecchiature da gioco quelle che non dialogavano in rete erano 130 mila. Nel febbraio 2012 è arrivata la sentenza della Corte dei Conti e ora ecco la possibilità di sanare la posizione con il pagamento del 25% della somma contestata. Non solo. Corallo, grazie al condono di Letta, potrebbe anche vendere la società dopo aver ricevuto due offerte. La prima di 420 milioni di euro della multinazionale spagnola Codere e l’altra – circa 500 milioni – del fondo inglese Eaton Gate. Ciò significa che lo Stato incasserebbe 211 milioni di euro per sanare l’Imu con Corallo che a sua volta terrebbe circa 200 milioni.
Una doppia azione quella del condono e della cessione che si fa beffa della giustizia e della legalità.
Pentiti storici come Francesco Pattarino, scomparso nel 2007, aveva descritto come i Corallo investissero il denaro di Cosa nostra catanese nel settore delle slot. Evidentemente anche allo Stato fanno comodo certi favori. Del resto lo scorso luglio la Prefettura di Roma ha sospeso temporaneamente la validità dell’informativa antimafia interdittiva del 24 settembre 2012, che aveva causato l’esclusione di Bplus dalla gara per le concessioni. Troppo “ghiotti” gli 800 mila euro di imposte che la società versa nelle casse dello Stato. Così è bastato attribuire il controllo a ‘Bplus Trust’, guidata dall’amministratore fiduciario, l’avvocato olandese Jeroen Veen. Del resto in Italia certe vicende finiscono quasi sempre a “tarallucci e vino”.

Foto tratta dall’archivio de l’Unità

Fonte:Antimafiaduemila