Congo: un genocidio di oltre 5 milioni di morti.

genocidio

Il conflitto non accenna a scemare, ma aumenta sempre più, con conseguenze terribili per la popolazione civile. Il responsabile di questa ondata di violenza è il gruppo M 23, spalleggiato fino a non n molto tempo fa dal Ruanda. In Congo la gerra ha provocato, secondo le stime ufficiali, almeno 5 milioni di vittime, il numero più alto di morti dopo la seconda Guerra mondiale.

Il silenzio tombale del mondo su questo conflitto e la prolungata mancanza di risposte adeguate da parte della comunità internazionale sono ormai diventati l’emblema dell’indifferenza del cosiddetto “mondo civile” a quello che può essere senza ombra di dubbio definito un vero e proprio genocidio. Ma ecco alcuni dati, stilati per difetto: 470mila sfollati a causa dei combattimenti; oltre 15mila morti, prevalentemente civili, stupri e violenze su almeno 20mila donne.

Questi numeri, nonostante siano terribili, non rendono tuttavia l’idea della gravità della situazione in quanto moltissime zone sono irraggiungibili persino dalle forze dell’Onu e non si riesce ad avere informazioni aggiornate se non quelle riportate dai profughi in fuga che parlano di interi villaggi bruciati, omicidi e stupri di massa, combattimenti violentissimi dove a farne le spese sono spesso donne e bambini. La parte più colpita dai combattimenti è senza dubbio quella delle regioni di Kivu , dove il conflitto dura ormai dal 1990.

Le ragioni di questi silenzi sono tante a partire dalla ricchezza del sottosuolo di questa immensa regione e dal controllo delle risorse minerarie, una ricchezza che invece di essere una fortuna per la popolazione locale, è diventata sempre più una condanna. Tecnicamente questa dovrebbe essere una delle regioni più ricche al mondo, invece è 187esimo, all’ultimo posto nell’Indice di Sviluppo Umano. Sono le multinazionali a trarre i maggiori profitti da queste guerre senza fine, in quanto possono acquistare i preziosi minerali presenti nel sottosuolo a prezzi irrisori o pagandoli spesso con le armi e finendo così per alimentare all’infinito il conflitto. Un conflitto che ormai si può decisamente chiamare genocidio.

fonte: informazionelibera.info