I “clandestini” in…. valigia

di Piero Innocenti

Non si è attenuata affatto nel 2012 la domanda di immigrazione illegale verso l’Italia e l’Europa dai paesi poveri o in guerra del centro- nord Africa. L’offerta dei “servizi”, da anni, continua ad essere assicurata, da ben strutturate organizzazioni criminali internazionali che gestiscono il traffico di migranti nei vari paesi di origine, di transito e destinazione. Alla data del 18 dicembre sono state ben 13.023 le persone sbarcate ( 290 il totale degli sbarchi) sulle coste italiane, di cui 9.244 profughi, partite su malridotte imbarcazioni dalla Libia, Grecia, Turchia e Tunisia. A questi migranti vanno aggiunti i 5.007 stranieri “intercettati” in acque internazionali dalle unità navali italiane e ripresi “in carico” –senza un intervento diretto italiano- dai paesi di provenienza (269 dall’Egitto, 1.313 dalla Grecia, 1.221 dalla Libia, 1.686 da Malta, 453 dalla Tunisia, 65 dalla Croazia).

Sofisticate e ingegnose, in diversi casi, le modalità di trasferimento illegale delle persone da un paese all’altro come è emerso, di recente, nei controlli antimmigrazione su soggetti che agivano singolarmente o come cellule di strutture più articolate. In ogni caso persone odiose e senza scrupoli. Alcuni giorni fa un bambino di cinque anni era stato “nascosto” all’interno di un trolley, con alcuni fori praticati in un angolo per consentire di respirare, portato da un adulto (poi arrestato). Si può immaginare lo stupore del finanziere che, al porto di Venezia, controllava i bagagli dei passeggeri appena sbarcati da un traghetto proveniente da Patrasso. Due mesi fa, ad Ancona, il “sistema della valigia” era già stato sperimentato per far entrare in Italia una giovane afghana di 29 anni. Anche in questa circostanza per il “passeur”, sempre afghano, si erano aperte le porte del carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Più o meno nello stesso periodo, sempre nel porto marchigiano, c’era stato il tentativo di far entrare in territorio nazionale un giovane iracheno “occultato”, in una posizione scomodissima e pericolosa, nel vano motore di un’autovettura trasportata dal “solito” traghetto Patrasso-Ancona. Tentativi disperati di stranieri che affrontano, impegnando i loro poveri risparmi, viaggi lunghi e pericolosi per un futuro di speranza. La “genialità” criminale di questo mercato non sembra incontrare limiti; si pensi al caso, verificatosi un anno fa circa, al confine con gli Stati Uniti, di un giovane messicano che si era fatto “inserire” (letteralmente) all’interno di un sedile di un autobus turistico per cercare di superare i controlli confinari. Tornando all’Italia, nella maggior parte dei casi, i “clandestini” introdotti via terra sono di sesso maschile, viaggiano a bordo di autocarri e veicoli telonati , talvolta, in container e vani frigo. Non è infrequente l’uso di furgoni, pulman turistici, camper, roulotte e autovetture private. Quanto alle modalità, secondo il rapporto sulla tratta degli esseri umani (Dipartimento della Pubblica Sicurezza, settembre 2012), la più frequente è l’occultamento delle persone all’interno del vano destinato alle merci. Non sono mancati casi di stranieri nascosti tra gli assi delle ruote, in nicchie ricavate tra i sedili degli autobus, tra i bagagli sistemati nelle “cuccette” delle cabine di guida di autoveicoli pesanti o nel vano porta attrezzi del bagagliaio di veicoli fuoristrada. In ambito ferroviario sono stati trovati migranti nascosti tra i carichi di legname di treni merci, nei servizi igienici e nelle intercapedini sovrastanti gli scompartimenti dei treni passeggeri.

Per il prossimo Governo, tracciare le linee di una politica sull’immigrazione più seria e basata sulla (vera) solidarietà dovrà essere una delle priorità.

Fonte:Narcomafie