Campania violata: la “Terra dei Fuochi”

di Sabrina ScantiMegachip.

fuochicampania

Il fenomeno dello sversamento illegale e dei roghi di rifiuti è una delle piaghe più dolorose della Campania, generalmente poco conosciuta nel resto d’Italia. Interessa in particolare le province di Napoli e Caserta, terre ad alta densità camorristica, ciò che rende il fenomeno ancora più pericoloso e inquietante. Da anni la società civile di queste aree lotta con forza per contrastare una situazione drammatica che ha pesanti ricadute sulla qualità della vita e la salute della popolazione.  Nel 2012, constatando l’inerzia delle istituzioni nazionali e locali, il “Coordinamento Comitati Fuochi “, che raccoglie le associazioni che si occupano del problema, ha presentato una querela denuncia penale alle procure di Napoli, Santa Maria Capua Vetere e Nola, chiamando in causa, oltre gli autori ignoti dei crimini, le autorità politiche locali (comunali, provinciali e regionali) per i loro mancati interventi. La richiesta è stata corredata da oltre 30mila firme di cittadini.

Nella denuncia querela, stesa dall’avvocato Ambrogio Vallo di Caivano, si possono leggere stralci di assoluta drammaticità e che svelano tutta la gravità del fenomeno:

 

«La popolazione residente nei territori di Napoli, provincia di Napoli e provincia di Caserta, solo in minima parte rappresentata dal presente atto, da decenni vive la condizione di vittima inerme di quotidiani e molteplici episodi di combustione rifiuti, urbani, speciali e pericolosi, con immissioni di sostanze altamente inquinanti e tossiche nei propri territori. Tali roghi continui, a tutte le ore del giorno e della notte […] rendono l’aria irrespirabile, costringendo i cittadini a barricarsi nelle proprie case. […] Situazione che reiterata nel corso degli anni in maniera sistematica e costante, ha senza ombra di dubbio configurato la fattispecie di DISASTRO AMBIENTALE.

[…] Dati alle fiamme sono materiali di ogni genere (circostanza ravvisabile dai numerosi verbali d’intervento redatti negli anni dai VV.FF.) come pneumatici, cavi elettrici, elettrodomestici, rifiuti industriali e sostanze pericolosissime quale l’Eternit composto dal micidiale AMIANTO (vettore di mesotelioma pleurico ed altre fatali patologie). Tali combustibili vengono ammassati e giacciono indisturbati sui territori in parola per poi essere bruciati: tutto questo sia nelle ore diurne che notturne! Basterebbe attraversare, in qualsiasi momento, i Comuni in parola per prendere atto che l’ormai internazionalmente conosciuta “TERRA DEI FUOCHI” è una triste e nefasta realtà.

Data la frequenza dei roghi tossici appare chiaro che, dietro una apparente azione di indigenti alla ricerca di ricavi dalla vendita di metalli, si nasconda un ben più ampio ed articolato mercato illegale di smaltimento di rifiuti e recupero illecito di materie prime (rame, ferro, bronzo…). Fatti già noti e perseguiti dalla Procura della Repubblica di Napoli nell’anno 2008 su indagine del Pubblico Ministero Maria Cristina Ribera, che qui appare necessario menzionare. Le indagini condotte difatti portarono alla conferma del fenomeno dei rifiuti dati alle fiamme in prossimità di campi coltivati nell’area tra il comune di Caivano, Afragola e Casoria. […]Le indagini del Nucleo operativo ecologico confermarono le accuse del PM documentando come le campagne coltivate intorno a Napoli fossero state trasformate in un enorme rogo delle peggiori sostanze chimiche.

Accuse che hanno portato il Gip Stefano Risolo a emettere sei misure cautelari (tre gli arresti) disponendo il sequestro di tre aziende e di un impianto per il trattamento dei rifiuti, tutti ad Afragola (NA). È palese – scriveva il Gip – che l’aspetto più preoccupante di questa vicenda riguarda la combustione dei rifiuti direttamente su aree a destinazione agricola. Non è superfluo in questa sede rimarcare che tali rifiuti, lasciati direttamente al suolo, entrano certamente nella catena alimentare umana: con le piogge, per esempio, vengono assorbiti nei terreni sui quali vengono poi installate le coltivazioni. E dall’incendio dei rifiuti deriva la produzione di scorie altamente tossiche”.

[…]Quello menzionato è solo uno dei molteplici procedimenti giudiziari legati allo smaltimento illegale e alla combustione di rifiuti. Ecco allora perché a tutti i reati ravvisabili, in un disegno criminale di così ampie dimensioni, devono essere necessariamente affiancate e denunciate le responsabilità delle Istituzioni per non aver adottato tutti gli strumenti consentiti dalla legge al fine di fermare questa ECATOMBE!

[…] Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa della crisi dei rifiuti, in Campania si registra un aumento della mortalità del 9-12%, delle malformazioni di ben l’84% e una diffusione dei tumori stimata in crescita di 19 punti percentuali tra gli uomini e 29 tra le donne. In alcuni paesi della provincia abbiamo punte di tumori che arrivano al 400%!

[…] Forse questi fenomeni sono percepiti, colposamente, dalle Istituzioni locali, provinciali, regionali e nazionali, come un aspetto trascurabile della interminabile “Emergenza rifiuti in Campania”? Come si è potuto trascurare per decenni uno scempio di tali dimensioni? Come, in un paese che vorrebbe definirsi occidentale, si permette un tale genocidio? Si, genocidio! Lo si afferma, purtroppo, con cognizione di causa!

Genocidio perché negli ultimi venti anni, mentre nel resto d’Italia le morti per neoplasie sono rimaste stabili o addirittura diminuite, nella provincia di Napoli e Caserta si è registrato un aumento della mortalità per tumore fino al 47%.

A testimoniarlo sono i recentissimi dati dell’ Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli: INCREMENTO DI MORTALITÀ PER TUMORI NEGLI ULTIMI VENTI ANNI: PROVINCIA DI NAPOLI, UOMINI: +47% – DONNE: +40%; PROVINCIA DI CASERTA, UOMINI: +28,4% – DONNE: +32,7% . “Risulta impossibile ignorare la relazione tra l’emergenza rifiuti, i fumi tossici dei roghi e la crescita di malati” affermano i ricercatori del “Pascale” che hanno condotto la ricerca

 

Sul tema il Com.E.R. (Comitato Emergenza Rifiuti), l’associazione OsservAzione (http://www.osservazionecaserta.it/) della città di Caserta ed il circolo locale di Legambiente, hanno promosso un convegno dal titolo “Terra violata” che si terrà venerdì 8 febbraio 2013 alle ore 19.00 presso la Chiesa del Buon Pastore a Caserta. Saranno ospiti il Magistrato Raffaele Piccirillo della Procura della Repubblica di Napoli, lo stesso che nel novembre 2007 mise sotto sequestro la discarica pericolosa di Lo Uttaro, il Dott. Gaetano Rivezzi coordinatore regionale dell’ISDE-Medici per l’ambiente e Don Antonello Giannotti, parroco del Buon Pastore. Moderatore dell’incontro sarà la giornalista de Il Mattino Marilù Musto, che spesso si è occupata di vicende legate al problema dei rifiuti.

 

 

Approfondimenti:

http://www.laterradeifuochi.it.