Chi ha costretto suo padre a uccidere Falcone e Borsellino?

di Giorgio Bongiovanni –

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Caro sig. Giuseppe Salvatore Riina,
comprendo il sentimento di un figlio verso il proprio padre e su quello non ho nulla da dire, ma perché vuole ingannare i cittadini italiani come me attraverso le sue dichiarazioni riportate oggi dalla stampa nazionale?
Ricordo bene le intercettazioni ambientali del 2001 quando lei e Salvatore Cusimano passavate in macchina a Capaci in prossimità del punto esatto della strage. E ricordo come dalle sue parole si evinceva la sua consapevolezza che suo padre era stato costretto a uccidere Falcone e Borsellino. “Ci appizzano ancora le corone di fiori, a ‘stu cosu’”, diceva rivolgendosi a Cusimano, per poi aggiungere con altrettanta tracotanza: “A maggio ci fu … inc. …, a maggio ci fu … sta strage, a luglio l’altra, e poi giustamente a mio padre a gennaio poi l’hanno arrestato, perciò ci fu anche…capito? La botta … inc. …! Perché io non so come sarebbe andata a finire, si ò Statu poi un ciavissi fattu  calari i corna”. (…) “Un…un colonnello… deve sempre decidere lui e avere sempre la responsabilità lui!! Non può fare: ‘ma che mi dici, ma che è?’” Deve pigliare una decisione, e la decisione fu quella: ‘abbattiamoli’!! E sono stati abbattuti! Se poi portava cose buone che dicevano… minchia!! Portò cose brutte perché giustamente ci furono… limitazioni carcerarie, … inc. … se … inc. … si facevano quattro- cinque anni, in galera i “cristiani” vedi che non se li sono mangiati mai!! Sono deboli, i palermitani… minchia, ora tutti hanno il 41 bis… il 41 bis ce l’hanno solo mio zio e mio padre, e basta!!!”.
A questo punto, sig. Riina, ci dica da chi sarebbe stato costretto suo padre a uccidere Falcone e Borsellino. Totò Riina non è forse il capo di un’organizzazione denominata Cosa Nostra?!
Se ha veramente onore e coraggio e se è vero che suo padre le ha insegnato a rispettare gli altri cominci dalle vittime della mafia dicendo tutta la verità, se la sa. Altrimenti si limiti a dire che non sa nulla perché suo padre la considerava solo un figlio biologico e nulla più.
Se non parla significa che è ancora un mafioso e quindi non può rimanere libero, così come suo padre dovrebbe anche lei finire i suoi giorni in carcere.
E infine, se suo padre non è stato tradito da Provenzano significa che è stato tradito da una delle persone che sapeva dove egli abitava? E chi lo sapeva? Oltre alla sua famiglia lo sapevano proprio Provenzano e le persone più vicine a suo padre come Salvatore Biondino, Raffaele Ganci o Leoluca Bagarella. Se ragioniamo in questi termini significa che qualcuno di loro (e non Balduccio Di Maggio che non poteva sapere dove abitava) ha dovuto tradire suo padre. Se è stato quindi Salvatore Biondino, Matteo Messina Denaro o Leoluca Bagarella siamo di fronte a persone che appartenevano alla corrente di suo padre. Se invece sono state persone come Carlo Greco, Pietro Aglieri o Antonino Giuffrè allora significa che a tradirlo è stato proprio Bernardo Provenzano attraverso di loro.
E’ più plausibile ipotizzare che nel tradimento a suo padre sia stato coinvolto qualche esponente delle istituzioni? O devo forse pensare che l’input per farlo arrestare sia passato attraverso di lei o attraverso suo fratello?
Dica la verità, sig. Riina, altrimenti se non la sa taccia ed eviti di creare falsi allarmi basati su menzogne costruite ad arte.

Fonte:Antimafiaduemila