Numeri da tangentopoli in Parlamento

di AMDuemila – 23 luglio 2011

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L’autorizzazione decretata dalla Camera per l’arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa, nell’ambito dell’inchiesta P4, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che vede aumentare pericolosamente il numero dei membri del Parlamento finito nei guai con la giustizia. Un’inchiesta di Repubblica ha messo in evidenza che sono 84 i parlamentari che hanno pendenze con la giustizia: 49 alla Camera e 31 al Senato.

Tra questi, 29 hanno ricevuto una sentenza di condanna, 9 hanno beneficiato di una prescrizione e 5 sono stati condannati dalla Corte dei conti. Il Popolo delle libertà batte tutti. Ma se un anno fa il numero degli inquisiti all’interno del Pdl era di 24 politici ora i parlamentari finiti nelle maglie della giustizia sono 49. Esattamente il doppio. Dei quali 29 alla Camera e 20 al Senato.
In cima alla lista il premier Silvio Berlusconi con ben sei processi in corso; il senatore Giulio Camber, condannato ad 8 mesi per millantato credito e Fabrizio Di Stefano, eletto in Abruzzo e rinviato a giudizio per corruzione nel processo per la realizzazione di un impianto di bioessicazione di rifiuti a Teramo. A Claudio Fazzone, ex presidente del consiglio regionale del Lazio, rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, viene contestato di aver raccomandato alcuni suoi amici a un manager della Asl. Il deputato Giancarlo Pittelli (coinvolto nelle indagini all’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris) deve rispondere in tribunale di lesioni e minacce dopo aver aggredito un suo collega avvocato.
C’è anche l’ex comandante della Guardia di finanza Roberto Speciale, oggi parlamentare del Pdl, condannato in appello a 18 mesi per peculato e il senatore del Popolo delle libertà Luigi Grillo condannato ad un anno e 8 mesi per reati bancari.
E’ appena uscito invece dal Pd Alberto Tedesco, il senatore pugliese indagato per corruzione e salvato dai domiciliari grazie al voto di Palazzo Madama.
Nelle fila del Pd troviamo anche Antonio Luongo, rinviato a giudizio  per corruzione nell’inchiesta su affari e politica a Potenza. E nel lungo elenco compare il nome di Rita Bernardini, eletta sempre nelle liste del Pd e condannata per aver distribuito marijuana durante una manifestazione per la liberalizzazione delle droghe leggere. Quattro deputati e due senatori inquisiti anche nelle fila della Lega (persino il leader della Lega Umberto Bossi è stato condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per finanziamento illecito nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi – tangente Enimont) e cinque all’interno dell’Udc.
Tra i parlamentari sotto processo per aver avuto legami con la mafia ci sono il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri condannato in appello, dai giudici di Palermo, a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa (in primo grado la condanna ammontava a nove anni), il deputato del Pdl Nicola Cosentino sotto processo per concorso esterno in associazione camorristica e Saverio Romano, leader del Pid e responsabile dell’agricoltura al quale potrebbe toccare il “record” di essere il primo ministro della Repubblica a finire sotto processo per mafia. Il pentito Francesco Campanella accusa Saverio Romano di essere stato uomo “a disposizione” di Cosa nostra, in particolare dei capimafia di Villabate, Antonio e Nicola Mandalà.
Indagato per concorso esterno in associazione mafiosa anche il senatore Antonio D’Alì, mentre da qualche mese la procura di Palermo ha messo sotto inchiesta il senatore del Pdl Carlo Vizzini per corruzione aggravata dall’aver favorito Cosa Nostra nell’indagine sul tesoro di Ciancimino.
Le cose non sembrano andare meglio in Sicilia dove un politico su tre è “indagato, sotto processo oppure è già stato condannato per reati che vanno dal peculato alla truffa, passando per associazione mafiosa e abusi d’ufficio vari” si legge nello speciale di Repubblica. All’Ars, su 90 deputati, 28 hanno avuto problemi con la giustizia.
L’ultimo in ordine di tempo è il leader di “Sicilia Vera” Cateno De Luca arrestato per tentata concussione e abuso d’ufficio. Prima di lui era stato arrestato il deputato di Forza del Sud Franco Mineo, rinviato a giudizio per intestazione fittizia di beni mafiosi, usura, peculato e malversazione.
Nell’ambito dell’inchiesta Iblis è finito in carcere con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa Fausto Fagone. Nella stessa inchiesta sono indagati anche il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo e il deputato Giovanni Cristaudo. Sono attualmente ai domiciliari Gaspare Vitrano, l’esponente del Pd finito in carcere per aver intascato una mazzetta da 10 milioni per il fotovoltaico e Riccardo Minardo, esponente dell’Mpa accusato di truffa ai danni dell’Unione europea.
Va nella stessa direzione anche l’analisi impietosa di Antonio Merlo, l’economista italiano di fama mondiale, che ha fotografato la classe politica del Bel Paese come la più pagata, la più assente, la più vecchia e la più ignorante dei paesi sviluppati. Merlo ha infine parlato di una “formula matematica della casta”. “I tagli annunciati dal governo – dice – sono solo un contentino, serve una rivoluzione istituzionale”.
fonte:Antimafiaduemila