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Il fallimento del sogno americano. Il fallimento del liberismo. Il fallimento del libero mercato. Il fallimento. Semplicemente il fallimento degli Stati Uniti d’America. “Gli Usa non possono fallire” è il grido accorato di Barack Obama al Congresso e al Senato, perché trovino una convergenza bipartisan per non fare la fine della Grecia. Il rischio di insolvenza è molto più reale di quanto il mondo percepisce. Solo il Fondo Monetario Internazionale è al corrente della grave crisi americana e con il FMI sono preoccupate anche le grandi banche d’affari, che vedono il rischio di insolvenza, cioè avere carta straccia al posto di dollari. La Cina, la più grande creditrice degli Usa, non si esprime, è in finestra, non rilascia dichiarazioni, eppure un rischio default cancellerebbe con un colpo il valore dei quasi duemila miliardi di dollari di Bot e altro, in possesso del governo cinese. Un fallimento planetario. Un sistema che si ritorce contro chi lo ha costruito e gestito per anni. Christine Lagarde, la nuova presidente del FMI, dice che sarebbe uno shock per l’intero pianeta. Si sbaglia, è uno shock solo per i paesi industrializzati o emergenti, cioè 15 paesi su un totale di 193 paesi aderenti all’Onu, compreso il Sud Sudan nato in questi giorni. Paesi che tirano la cinghia, che fanno la fame, che non hanno l’acqua da bere e i bambini muoiono per mancanza di medicine o vaccini. Questi paesi non hanno nulla da perdere o da guadagnare dal fallimento americano,anzi forse si libererebbero della morsa del debito che li affama da sempre.
Il debito degli Usa ammonta a 14.294 miliardi di dollari, una cifra astronomica, uguale al Pil – prodotto interno lordo. Il Congresso americano ha tempo fino al 2 agosto per alzare questo livello di debito, altrimenti non può finanziarsi sui mercati finanziari per comprare altro debito per pagare parte degli interessi del debito stesso. Un debito prodotto dal consumo sfrenato degli americani che vivono al disopra delle loro possibilità, dalle guerre continue di aggressione in tutto il mondo, dagli aiuti militari agli stati servi e agli stati sentinella, vedi Israele. Le continue ingerenze negli affari interni dei paesi emergenti, e le continue strategie di destabilizzazione, hanno un costo che non possono più sopportare. Quasi che il default del sistema america sia una liberazione per il mondo intero.
Il 2 agosto finisce la possibilità, per gli Usa, di accedere al prestito e uno stato non può spendere più di quanto incassa, questo è il default, l’insolvenza. Il 3 agosto gli Usa incasseranno di tasse 12 miliardi di dollari, ma lo stesso giorno c’è da pagare la bolletta di 23 miliardi di dollari del Medicare, cioè l’assistenza agli anziani della middle-class. L’accordo bipartisan al Congresso, auspicato da Obama, è lontano, i repubblicani non vogliono tagliare le spese militari e i democratici non vogliono tagliare la Medicare. Il mondo sta a guardare, l’Africa sta a guardare mentre continua a morire di fame. Gaza sta a guardare mentre lo stato di Palestina non nasce. Il fallimento del sistema può far nascere un sistema nuovo, dove il dollaro non serva più a comprare le armi e le bombe ma a comprare il pane e l’acqua. Un sistema dove il debito non sia finanziato dal debito ma dall’abbassamento dei consumi superflui e dalla moratoria alle armi e alle centrali nucleari.

fonte: http://www.ildirigibile.eu/13luglio2011/legende1.html