Inquinamento degli oceani pericolo estinzione vita umana

La situazione dell’inquinamento degli oceani è di gran lunga peggiore di quanto mai immaginato. Questa è la rivelazione shock che, proprio nel giorno del solstizio d’estate (e dell’inizio delle vacanze), giunge da un team di ricercatori composto da 27 specialisti del settore coordinati da Alex Roger, responsabile scientifico dell’IPSO (International Programme on the State of the Ocean, cioè un programma di studi in merito alle condizioni degli oceani che coinvolge 18 organizzazioni di 6 diversi Paesi).

L’ultimo rapporto di questi ricercatori, presentato in occasione di un seminario sul tema, svoltosi ad aprile presso l’Università di Oxford, prende in considerazioni alcuni fattori di stress, ambientali ed umani, che interessano l’ecosistema oceano, uno dei più importanti per la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra, come riscaldamento delle acque, acidificazione, carenza d’ossigeno e pesca intensiva, unitamente a catastrofi ambientali già verificatesi, quali i numerosissimi sversamenti di petrolio di questi ultimi anni o lo sbiancamento di massa dei coralli seguito a ENSO del 1998 (El Niño-Oscillazione Meridionale, fenomeno climatico ricorrente, ma non prevedibile in quanto caotico, che sconvolge le acque del Pacifico) che ha distrutto il 16% delle barriere coralline.

Secondo questo rapporto, purtroppo, lo stato di salute degli oceani è oggi peggiore di quanto si fosse mai ipootizzato. Il professor Alex Rogers riassume in questo modo la situazione:”L’effetto cumulativo di tutte le attivita’ umane sugli oceani ha implicazioni molto piu’ gravi di quanto ciascuno di noi si fosse reso conto fino ad ora nel proprio specifico settore“.

Una situazione, quindi agghiacciante, anche perché la conseguenza ultima è di portata inimmaginabile:

l’estinzione della vita sulla terra nel giro di una generazione.

Gli scienziati in questione affermano, infatti, come almeno tre di alcuni dei molti fattori di stress sopra elencati, cioè acidificazione e riscaldamento delle acque e carenza di ossigeno, fossero presenti alla vigilia delle 5 precedenti estinzioni di massa verificatesi sulla Terra.

I ricercatori, vista la sorprendentemente alta velocità con la quale si sta verificando il fenomeno, e considerando che alcune specie marine sono già prossime all’estinzione, causa pesca intensiva, consigliano fortemente di prendere provvedimenti al più presto per invertire la tendenza ed evitare l’estinzione della vita umana.

Estinzioni di massa

Finora, come ricordato, nel corso della storia, sono state registrate 5 grandi estinzioni di massa (chiamate Big Five) o transizioni biotiche. Queste sono:

– Estinzione del periodo Ordoviciano Superiore – 444 milioni di anni fa – scomparse circa l’85% delle specie esistenti

– Estinzione del periodo Tardo Devoniano – 375 milioni di anni fa – scomparse circa l’82% delle specie esistenti

– Estinzione del periodo Permiano-Triassico – 251 milioni di anni fa – scomparse circa il 96% delle specie marine e il 50% delle famiglie esistenti

– Estinzione del periodo Triassico-Giurassico – 180 milioni di anni fa – scomparse circa il 76% delle specie esistenti, tra cui l’84% degli organismi bivalve

– Estinzione del periodo Creataceo-Terziario – 65 milioni di anni fa – scomparse circa il 76& delle specie esistenti, tra cui il 100% dei dinosauri.

Fonte: mondonews24.com