In aumento le denunce al Telefono Rosa

Un'immagine simbolica di violenza sulle donneROMA – Aumentano in Italia le denunce, e le richieste di aiuto, per violenza sessuale e stalking: un po’ per una maggiore consapevolezza delle vittime, ma anche perché il fenomeno della violenza nei confronti delle donne è in crescita. In una società sempre più aggressiva e stressata, le donne – ancora soggetto debole, soprattutto nelle relazioni – diventano facile bersaglio. “Ostaggi” non solo di mariti e fidanzati violenti ma anche della storica attitudine a sentirsi colpevoli. A testimoniarlo c’é la ricerca annuale di Telefono Rosa, che da anni aiuta le donne vittime di violenza. In un anno, hanno spiegato oggi presentando i dati ricavati dall’analisi delle 1.749 donne che si sono rivolte all’associazione nel 2010, le “denunce”, o meglio le richieste di aiuto a Telefono Rosa per violenze fisiche sono aumentate dal 23% al 40%, di violenze psicologiche dal 31% al 38%, di minacce dal 13% al 19%.

Una violenza che insorge durante il matrimonio nel 36% dei casi, nel 13% nella convivenza, nel 3% durante la gravidanza, nel 6% alla nascita dei figli e continuano ripetutamente nel tempo, nel 14% dei casi, anche dopo la separazione prefigurando il reato di stalking. E infatti le richieste di aiuto per stalking sono aumentate, passando dal 6% al 9%, con un incremento dell’insorgenza della violenza dopo la separazione (dal 7% all’11%), “a testimonianza del fatto che il partner non vuole perdere possesso della vittima” ha spiegato Maria Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa. E quindi ecco le minacce, gli insulti, gli appostamenti, i pedinamenti, le telefonate continue, gli sms a raffica. Difficile individuare un profilo preciso delle vittime: sono impiegate (22%), casalinghe (13%), disoccupate (20%), libere professioniste (5%), operaie (7%). Di diversa nazionalità anche se per la maggior parte italiane. Il 74% possiede un titolo di studio superiore, il 43% è coniugata ma molte convivono.

Il 76% ha figli, per lo più piccoli: il 34% di età 0-8 anni e il 31% 9-17 anni. Minori che, direttamente o indirettamente, diventano vittime impotenti della violenza tra le mura domestiche. Altrettanto complicato l’identikit dell’autore delle violenze. E’ un uomo tra i 34 e i 54 anni (59%), svolge lavori nel 36% sei casi come operaio o impiegato ma nell’11% è un libero professionista, nel 6% imprenditore e nel 5% alto dirigente, a testimoniare la trasversalità del fenomeno. Più specifiche, invece, le dinamiche della relazione violenta: nel 79% avviene all’interno di una relazione sentimentale, a cui bisogna aggiungere un 3% di richieste di aiuto per violenza sessuale da parte del padre. E le donne che subiscono violenze sono in genere isolate dalla loro rete affettiva e sociale: solo il 9% chiede aiuto alla famiglia di origine e il 6% agli amici, mentre il 20% si rivolge a polizia o carabinieri. “Tutto ciò dimostra – ha spiegato Moscatelli – che il lavoro in prima linea delle associazioni è ancora uno dei punti fondamentali per combattere la violenza domestica e la violenza sulle donne”. E a questo proposito la presidente di Telefono Rosa ha rivolto un appello alle istituzioni,che “fanno poco o nulla”, affinché siano destinate più risorse a chi ogni giorno cerca di portare aiuto alle vittime di questo odioso fenomeno.

fonte: ansa.it