Grasso replica ad Alfano: ''Nessun dialogo con chi insulta i giudici''

di AMDuemila – 24 maggio 2011

Palermo. E’ un faccia faccia dai toni piuttosto accesi quello che si è tenuto nell’aula bunker dell’Ucciardone tra il procuratore Nazionale antimafia Pietro Grasso e il Ministro della Giustizia Angelino Alfano. L’occasione è stata la commemorazione della strage di Capaci che 19 anni fa portò alla morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e di tre agenti della scorta. A moderare il dibattito è stato Giovanni Minoli.

Appena si è toccato il tasto della riforma della giustizia il procuratore Grasso ha lanciato una stilettata al ministro spiegando l’impossibilità da parte dei magistrati di smorzare le tensioni con il governo Berlusconi: “E’ come cercare di dialogare con chi ti prende a schiaffi. Dobbiamo usare il Vangelo e porgere l’altra guancia. La delegittimazione rende tutto più difficile, ci danno del matto, maxi utopisti, golpisti, cancro da estirpare…”. Il ministro non riesce a replicare subito e mentre Gianni Minoli cerca di smussare gli angoli, Grasso attacca ancora la riforma: “Non è quella che i cittadini attendono, il processo breve, la possibilità per le vittime di avere giustizia, di essere risarcite. Questa casomai è una riforma del rapporto tra magistratura e politica”.
“I magistrati – ha aggiunto il procuratore – chiedono solo un processo rapido e vogliono che le vittime vedano riconosciute le loro ragioni in un contesto come il nostro è difficile smorzare le tensioni”.
A quel punto Alfano ha risposto tirando fuori una vecchia intervista a Falcone in cui il magistrato approvava la necessità di una separazione delle carriere tra i magistrati.
Grasso però non ci sta e continua: “Falcone voleva l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, però non si può pensare di dichiarare nella Costituzione il pm autonomo e indipendente, e poi togliergli la direzione delle indagini”.

“Questo anniversario – ha detto Grasso – cade in un momento in cui i magistrati sono spesso messi sotto accusa, ma questo non ci deve turbare più di tanto anche se ci sono tentativi di delegittimazione noi dobbiamo rispondere con i fatti, i comportamenti, il lavoro, i nostri provvedimenti. Non dobbiamo accettare la rissa e dobbiamo continuare a fare il nostro dovere come abbiamo sempre fatto e come i cittadini vogliono”.
Per abbassare la tensione Minoli ha chiesto ad entrambi di citare una qualità l’uno dell’altro. Grasso ha dato atto al ministro di avere seguito l’input degli investigatori sull’importanza dei patrimoni mafiosi. Alfano invece ha reso merito al procuratore “ è un uomo delle istituzioni che non fa sconto al governo”.
Nel pomeriggio poi è proseguito il rito della memoria con oltre tremila studenti che si sono ritrovati in via Notarbartolo, attorno alla magnolia diventata simbolo della resistenza della società civile.

Fonte:Antimafiaduemila