Operazione ''Grande Vallone''. Appalti, rifiuti e scommesse nel mirino della mafia

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di AMDuemila – 5 aprile 2011
Caltanissetta. Gli appalti per il termovalorizzatore di Casteltermini-Campofranco, ma anche i lavori per la realizzazione di alcuni parchi eolici a Vicari e quelli della linea ferroviaria Agrigento –Palermo, sono alcuni degli affari attorno ai quali ruotano gli interessi della mafia del Vallone, storica cellula di Cosa Nostra della provincia nissena un tempo guidata da boss del calibro di don Calogero Vizzini, Giuseppe “Piddu” Madonia o Mimì Vaccaro.
I reati contestati ai 28 arrestati vanno dall’associazione mafiosa, all’intestazione fittizia di beni e alla frode informatica. Sono state poste sotto sequestro anche sette società, ritenute frutto del reinvestimento di capitali illeciti.
A rivelarlo agli investigatori è stato l’ex boss di Racalmuto Maurizio Di Gati. L’inchiesta è partita proprio dai rapporti dell’imprenditore Giuseppe Modica, che la Procura nissena ritiene una sorta di “assessore ai lavori pubblici di Cosa Nostra”, con alcuni componenti del clan di Campofranco. In manette oltre a Modica anche un presunto fiancheggiatore di Bernardo Provenzano, Maurizio Carrubba, ritenuto affiliato alla famiglia mafiosa di Campofranco, autista dell’Ato Ambiente Cl1, la società che gestisce il servizio dei rifiuti. Nella richiesta di arresto firmata dalla Procura è ritenuto “l’amico Cl” indicato nei pizzini di Provenzano.
“Dopo le indagini Grande oriente, Urano, Itaca e Atlantide, che avevano già duramente colpito Cosa Nostra nissena, l’operazione Grande Vallone costituisce un decisivo intervento nei confronti dei più autorevoli sodalizi mafiosi dell’area appunto del Vallone, per il ripristino delle condizioni di legalità e di libero mercato in importanti settori dell’economia”. Ha detto stamani il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari parlando dell’ operazione antimafia nissena dei carabinieri aggiungendo che “il monitoraggio del mandamento di Mussomeli, oltre a consentire l’individuazione degli attuali vertici delle famiglie di Montedoro, retta da Nicolò Falcone, e Bompensiere, retta da Angelo Lo Sardo, ha documentato l’attivismo criminale dei fratelli Carmelo e Rosario Allegro, tornati al vertice del sodalizio dopo aver espiato la pena detentiva inflitta nell’ ambito del processo Leopardo”.
Così il senatore Giuseppe Lumia ha commentato la notizia: “L’operazione mette in evidenza la capacità collusiva di Cosa nostra” e ha messo in evidenza “che la scelta di bloccare il mega-affare inceneritori è stata quanto mai provvidenziale”. “Non potrebbe essere altrimenti – ha proseguito – visto che gli ambiti in cui operava, opere pubbliche ed energie alternative, dipendono in modo decisivo dall’esercizio delle responsabilità politiche e burocratiche, nonché dalla complicità di imprenditori e operatori economici. Con i 28 arresti di oggi a Caltanissetta questa rete è stata disarticolata”. “Tuttavia – ha aggiunto – è un gravissimo errore pensare che bastino gli arresti per stroncare un sistema criminale così ben strutturato e radicato. È necessario, infatti, essere sempre vigili e potenziare l’azione repressiva dello Stato. È indispensabile, inoltre, che la politica si assuma fino in fondo le proprie responsabilità, attraverso una selezione rigorosa delle classi dirigenti”. A senatore ha chiesto a  gran voce alla maggioranza “l’approvazione di una legge sull’incandidabilità di coloro che sono in odore di mafia”.
Fonte:Antimafia