Intimidazioni al pm del fotovoltaico Maurizio Agnello

di AMduemila – 1 aprile 2011
Palermo. Un messaggio intimidatorio è stato recapitato al sostituto procuratore Maurizio Agnello. Sul tavolo dell’ufficio, al terzo piano del palazzo di giustizia, è stata lasciata una busta con l’intestazione del Comune di Palermo che conteneva una lettera con i dati sensibili del pm e della sua famiglia.

“Quello che preoccupa  – ha detto il magistrato – è la facilità con cui qualcuno è entrato nella mia stanza e indisturbato ha avuto tutto il tempo di lasciare la busta sul tavolo. Spero che questo episodio faccia riflettere sulla necessità di migliorare il sistema di sicurezza del palazzo, che purtroppo fa acqua da tutte le parti”.
Sono due le inchieste di maggiore rilievo delle quali si sta occupando il magistrato: oltre all’arresto di Vitrano, deputato regionale del Pd, bloccato mentre intascava una tangente di 10 mila euro da un imprenditore per sbloccare un finanziamento relativo ad un impianto fotovoltaico, Agnello sta seguendo anche l’indagine sulla morte del venditore ambulante marocchino che si è dato fuoco dopo avere subito multe e cinque controlli dai vigili urbani in tredici giorni.
Sull’intimidazione ad Agnello indaga la Procura di Caltanissetta che ha delegato i carabinieri. Il procuratore Francesco Messineo ha anche avviato accertamenti interni sulle condizioni di sicurezza degli uffici e sulla possibilità per gli estranei di accedere alle stanze dei magistrati.
La giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo ha espresso “vicinanza e solidarietà” al sostituto procuratore, Maurizio Agnello. Per Nino Di Matteo, presidente dell’Anm Palermo, si tratta di una “grave ed odiosa intimidazione”, si auspica “con forza che tutte le Istituzioni preposte continuino, evitando il rischio di pericolose sottovalutazioni, a considerare primaria l’esigenza di tutelare efficacemente, all’interno e all’esterno del palazzo di giustizia, la sicurezza dei magistrati del Distretto”. Solidarietà per il “vile gesto” è stata espressa anche dalla Camera penale di Palermo. “L’Avvocatura penale – si legge in una nota – si adopera affinché la funzione giurisdizionale sia esercitata in modo indipendente, senza pressioni, né intimidazioni di ogni genere, in modo che sia sempre tutelata la libertà ed il prestigio di chi è impegnato in tale funzione, sia con riguardo alla magistratura che all’avvocatura, baluardo delle Istituzioni democratiche”

Fonte:Antimafia