Davanti ai miei occhi

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Nel 1995,nell’ approssimarsi della festa della liberazione,ebbi la  voglia di scrivere una chiamiamola poesia, sperando che i veri poeti non si offendano.
Sentivo la volontà in me  di fare qualcosa,spedii quindi  la lettera alla tribuna di Treviso che la pubblicò esattamente un paio di giorni prima del 25 Aprile.
Il giorno della cerimonia che si svolge da anni davanti al monumento dedicato a questo partigiano morto,venne da me un partigiano del comune dove all’epoca risiedevo,mi disse che aveva voluto  che la poesia fosse letta durante la funzione religiosa nella chiesa del paese,una messa che fanno ogni anno in memoria appunto.
Mi fece molti complimenti e mi disse che si era emozionato molto  nel leggerla,e mi ringraziò più volte felice che i giovani non si dimenticassero di loro e di ciò che avevano fatto.
All’epoca divenni rossa,viola in viso,dalla vergogna,  perchè non mi aspettavo certo che leggessero la mia lettera in chiesa e nemmeno di ricevere dei ringraziamenti.
Io volevo ringraziare loro e invece furono loro a ringraziare me.
Ora a distanza di anni,credo che il regalo più bello  che ho fatto e che ho ricevuto,sia stato proprio quello di aver regalato un sorriso e qualche lacrima  gioiosa ad un vecchio partigiano del mio piccolo paese.
Ogni tanto da qualche parte in televisione,senti i soliti cialtroni della politica, affermare che bisogna ricordare tutti i morti,anche quelli morti dall’altra parte,non dicono dalla parte sbagliata,solo dall’altra parte,
loro dicono ,i morti sono tutti uguali e bisogna ricordarli tutti.
Davanti a Dio certamente si ,ma non chiedetemi di ricordare chi è morto  dalla parte di un dittatore,altrimenti dovremmo commemorare anche chi stava dalla parte di Stalin,o di Lenin,dalla parte di Pinochet,o di Napoleone.
Chi difende un dittatore,uno che nega la libertà di parola ai suoi cittadini,che gli vieta di essere ciò che desiderano essere politicamente,che vieta il voto,la democrazia,
non potrà essere mai dalla parte giusta,la parte giusta è una soltanto,non ce ne sono due,e mi fanno rabbia e pure ridere, chi ora vorrebbe addirittura cancellare dalla costituzione Italiana  la norma che vieta  la rinascita del partito fascista.
Bisogna saper perdonare,non dimenticare ,e nemmeno si può far equivalere un fascista ad un partigiano,o metterli allo stesso piano.
E per l’approssimarsi del 25 aprile,ho  voluto tirare fuori dalla polvere, questa poesia, sperando di regalare qualche altra emozione a chi è ancora  nel cuore un vecchio partigiano.

Sei lì,davanti ai miei occhi,
Ti vedo ogni giorno,
ogni notte,
se chiudessi gli occhi ti vedrei comunque,
perchè sei entrato nella mia mente.
Ti conosco da quando sono nata,
ti conosco ed ho sofferto per te,
per ciò che t’hanno fatto,
e mi chiedo,a cosa sia servito mio Dio,
averti fatto morire così,
averti torturato a soli 18 anni,
cavandoti gli occhi con uno spillone da calza,
averti fucilato davanti al muro di casa mia.
A cosa è servito farti morire così
se oggi la gente non ricorda più.
a chi è servito il tuo dolore,
patito per questa patria,
se oggi qualcuno parla di sopprimere la tua festa,
la festa di uomini e donne morti come te,
per la libertà,contro il fascismo,
a cosa è servito il tuo coraggio,
le tue lacrime,
le lacrime della tua famiglia.
Avevi solo 18 anni,
potevi decidere di vivere,invece hai deciso di morire per il tuo paese,
che oggi vorrebbe rinnegarti.
A cosa serve la storia se nessuno
la vuole  ricordare più.
a cosa ci serve il tuo martirio,
se ora tutti si lavano le mani
e se ne fregano di ciò che è stato.
Ma io non posso non vederti,
non posso far finta di niente come fanno molti,
perchè il tuo dolore mi ha accompagnato fin
dalla mia nascita.
Perchè ti vedo lì davanti a me,
ogni giorno,ogni ora della mia vita,
perchè sono cresciuta sapendo che questa libertà
ce l’avevo grazie a te ed ad altri che hanno combattuto come hai fatto tu.
Ti prego di non piangere da lassù
se oggi qualcuno
vuole rimpicciolire  ciò che avete fatto,
ti prego di non essere triste,
perchè ci sarà sempre qualcuno che pregherà per voi,
per dirvi grazie,
per non smettere di ricordare.
Bianchin Francesca
(associata Il Sicomoro)