''Saremo in Lucania perche' sia sempre una terra di luce''

di Luigi Ciotti – 18 marzo 2011
Quest’anno anticipiamo di un paio di giorni la primavera. O almeno l’appuntamento che, ormai da 16 anni, per tante persone in Italia ne segna l’inizio. La “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” sarà infatti domani, per favorire il più possibile l’arrivo di gruppi, scuole, associazioni nella città che questa volta l’accoglie: Potenza. Il 21 marzo, però, non mancheranno iniziative in tutta Italia.

Il senso del nostro incontro è prima di tutto sottolineare i passi che via via vengono fatti verso un cambiamento.
L’impegno dei magistrati e delle forze di polizia sta dando risultati concreti: arresti, processi e sequestri di beni che oggi, grazie all’Agenzia nazionale, hanno uno strumento in più per essere destinati a quell’uso sociale che li trasforma davvero in luoghi di dignità, speranza, lavoro. Ma non possiamo dimenticare il monito di Paolo Borsellino, quando, nei giorni del maxiprocesso a Cosa nostra, ci invitava a diffidare delle «perniciose illusioni», a non abbassaremai la guardia di fronte a una criminalità organizzata abile – come purtroppo ha dimostrato – a mimetizzarsi e rigenerarsi.
Nei giorni scorsi, durante un incontro organizzato da Libera all’università Statale di Milano, il Governatore Draghi ha detto che regioni comela Basilicata e la Puglia, a causa di un contagio mafioso a lungo sottovalutato «avrebbero registrato una perdita di Pil di 20 punti percentuali nell’arco di trent’anni». La vera forza delle mafie sta fuori di esse, in quel sistema di omertà, complicità diffuse, corruzione che ritroviamo in ogni zona d’Italia. Ecco allora perché la scelta della Basilicata. Per ribadire che il potere mafioso e tutto ciò che lo favorisce vanno combattuti ovunque, da nord al sud, nonsolo attraverso le inchieste e i processi ma anche sul piano economico e sociale. Che occorre spezzare le radici del “consenso” mafioso, e dell’illegalità diffusa, con un grande investimento educativo e culturale. E da lì costruire quella società del “noi”, viva, attiva, consapevole, che delle mafie è il primo anticorpo.
Questa società responsabile a Potenza esiste. Ci aspetta per raccontarci di una Lucania bella e coraggiosa, terra “di luce” e non “dei lupi”, come la descrivono due opposte etimologie. DaPotenza riparte il nostro impegno a fare luce. Luce innanzitutto sulle cose positive, sui segni concreti di cambiamento e riscatto.
Ma luce anche su storie che non vogliamo dimenticare. Francesco Tammone, agente di polizia, è stato ucciso proprio a Potenza 15 anni fa. Il suo collega Pasquale Di Lorenzo, ammazzato nel ’92 in Sicilia, di Potenza aveva la moglie. Lucane, per parte di madre, erano le origini di Pio La Torre, ispiratore della prima normativa antimafia, e di Mimmo Beneventano, assassinato dalla camorra per il suo impegno politico e ambientalista, che oggi riposa a Sasso di Castalda, il paese di suo padre.AMelfi è morto nel 1990 il giovane carabiniere Antonio Cezza.
Ma non vogliamo ricordare solo le vittime della violenza mafiosa.
Purtroppo sono tante altre – sedici – le persone uccise o scomparse le cui famiglie ancora aspettano verità e giustizia. Per tutte, Ottavia De Luise, di soli 12 anni, ed Elisa Claps, sul cui omicidio le responsabilità pare stiano finalmente venendo a galla.
Ai loro cari vogliamo allargare il nostro abbraccio, l’abbraccio nel quale ogni anno stringiamo i famigliari delle oltre 900 vittime della criminalità organizzata, insieme ai tanti familiari provenienti dall’Europa e dall’America Latina. È soprattutto per loro, con loro, e grazie a loro che siamo qui, ad alimentare un impegno che non vive un giorno soltanto, ma ha bisogno del contributo di tutti noi, del “noi”, ogni giorno dell’anno.

Tratto da:
l’Unità