Raid degli alleati in Libia
19 marzo 2011
RAID AEREI: NEL MIRINO TANK E DEPOSITI – «Sono in corso raid dell’aviazione francese su obiettivi militari» appartenenti alle truppe del colonnello Muammar Gheddafi, ha riferito l’emittente Al-Arabiya, prima emittente a diffondere la notizia nel mondo. Nel corso di questa prima missione sono stati distrutti almeno quattro carri armati appartenenti alle truppe del Colonnello e, secondo Al-Jazeera, il raid è avvenuto a sud-ovest di Bengasi. Poco più tardi è arrivata la conferma del ministero della Difesa francese: «Colpiti numerosi tank». NAVI USA COLPISCONO CONTRAEREA A TRIPOLI – Unità della marina americana dispiegate nel Mediterraneo hanno lanciato missili Cruise contro obiettivi in Libia. Lo rendono noto fonti del Pentagono citate da Cnn, precisando che l’obiettivo di questi primi attacchi sono batteria della contraerea schierate nei dintorni di Tripoli. Una nota della difesa Usa ha poi aggiunto che sono stati lanciati anche 110 missili Tomhawk sulla Libia. LA TV LIBICA: «COLPITI CIVILI» – La televisione di Stato della Libia ha annunciato che gli attacchi aerei hanno colpito zone abitate da civili nella capitale Tripoli. La notizia non è stata confermata in maniera indipendente. «RIMPIANGERETE L’INGERENZA» – In precedenza, in una lettera indirizzata a Nicolas Sarkozy e a David Cameron, il Raìs aveva minacciato il presidente francese e il premier britannico, spiegando che le potenze occidentali non hanno diritto di intervenire in Libia e che «si pentiranno» della loro ingerenza. Secondo quanto detto dal portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, la lettera, oltre che ai leader francese e britannico, è indirizzata anche al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Nella missiva Gheddafi scrive che ogni azione militare contro la Libia sarebbe una «un’ingiustizia, una chiara aggressione. Ve ne pentirete se interverrete nei nostri affari interni». «La Libia non è vostra… – prosegue la missiva, citata da Al Jazeera -. Voi non avete il diritto di intervenire nei nostri affari interni. Questo è il nostro paese, non è il vostro paese. Noi non potremmo sparare un solo proiettile contro il nostro popolo». In un’altra lettera inviata a Barack Obama, il leader libico scrive: «Tutto il popolo libico è dalla mia parte, tutti sono pronti a morire per me, io qui sto combattendo contro Al Qaeda, cosa pensa di fare?». BATTAGLIA A BENGASI – Le forze del Raìs in mattinata erano entrate alla periferia ovest di Bengasi, città roccaforte dei ribelli, dove si è combattuto intensamente. Le truppe del leader libico sono inoltre avanzate dalla costa e da sud e starebbero bombardando anche i quartieri della zona orientale della città. Il bilancio dei raid delle forze pro-Gheddafi è al momento di 26 morti e e una quarantina di feriti, i civili in fuga sono migliaia. Un aereo militare dei ribelli è stato colpito e abbattuto. Il velivolo, che era passato sulla città diverse volte, è stato visto sorvolare un’ultima volta con il reattore destro in fiamme e poi schiantarsi al suolo in una palla di fuoco. ESPLOSIONI NELLA NOTTE – Nella notte si erano udite fortissime esplosioni, almeno quattro, a Bengasi. Diverse colonne di fumo si sono alzate dall’area sudoccidentale della città. Il Colonnello avrebbe quindi ignorato il «cessate il fuoco» che il suo regime si era impegnato a rispettare dopo la risoluzione di giovedì del Consiglio di sicurezza dell’Onu per accelerare l’avanzata prima del summit di sabato pomeriggio a Parigi che dovrebbe mettere a punto i dettagli per un intervento militare internazionale volto a proteggere i civili. «IL GOVERNO: ATTACCATI DAI RIBELLI» – Il portavoce del governo libico nega che ci stato «alcun attacco» contro Bengasi, denunciando anzi l’assedio dei rivoltosi. «Il cessate il fuoco è in vigore» ha affermato il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaaim, in un’intervista alla radio Bbc 4. Tratto da: corriere.it |