I giudici: ”Ganzer ha tradito lo Stato”




di Maria Loi – 28 dicembre 2010
Milano.
Sono parole che pesano quelle trascritte dai giudici dell’ottava sezione del Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza che lo scorso 12 luglio hanno condannato in primo grado il comandante del Ros, il generale Giampaolo Ganzer, a 14 anni di carcere per traffico internazionale di droga.

A conclusione della sua requisitoria il pm Luisa Zanetti aveva chiesto 27 anni per il generale ma la Corte non ha riconosciuto la partecipazione ad un’associazione per delinquere contenendo così l’iniziale richiesta fatta dal pm Zanetti. Alla sbarra  sono finiti anche il colonnello Mauro Obinu (condannato a 7 anni e 10 mesi), altri ex ufficiali dell’Arma e perfino un magistrato (Mario Conte, all’epoca dei fatti in servizio a Brescia).
La Corte presieduta da Luigi Capazzo ha emesso al sentenza di condanna e non ha riconosciuto le attenuanti generiche a Ganzer soprattutto “per la preoccupante personalità dell’imputato, capace di commettere anche gravissimi reati per raggiungere gli obiettivi ai quali è spinto dalla sua smisurata ambizione” hanno scritto i giudici milanesi, secondo cui “pur di tentare di sfuggire alle gravissime responsabilità della sua condotta negli anni in questione, Ganzer ha preferito vestire i panni di un distratto burocrate che firmava gli atti che gli venivano sottoposti, dando agli stessi solo una scorsa superficiale”.
Nelle motivazioni della sentenza i giudici, per nulla teneri nei confronti del generale, lo definiscono come uno che “non si è fatto scrupolo di accordarsi con pericolosi trafficanti ai quali ha dato la possibilità di vendere in Italia decine di chili di droga garantendo loro l’assoluta impunità. Ganzer ha tradito per interesse dello Stato e tutti i suoi doveri tra cui quello di rispettare e far rispettare la legge”. Ha tradito “il dovere di essere leale con gli altri organi dello Stato con i quali avrebbe dovuto collaborare” e anche i suoi stessi uomini. “Colpisce nel comportamento di Ganzer non tanto il fatto che non abbia avuto alcun momento di resipiscenza…ma che abbia preso le distanze da tutte le persone che con il suo incoraggiamento, avevano commesso i fatti in contestazione” trincerandosi secondo i giudici “sempre dietro la non conoscenza e la mancata (e sleale) informazione da parte dei suoi sottoposti”.
Dopo la sentenza di condanna Ganzer aveva già detto chiaramente come la pensava: “I fatti sono stati travisati. Ma come si fa a sostenere che io mi sarei accordato con i narcotrafficanti? Dove sono le prove? Dove sono i contatti con i criminali?”. E nella lunga memoria già depositata per l’appello, il generale ha contestato una per una le accuse che hanno portato i giudici a pronunciarsi con un verdetto di colpevolezza.
Così il comandante del Reparto operativo dei carabinieri, ha risposto a chi gli ha chiesto una sua opinione sulle motivazioni della sentenza: “Non commento le sentenze, sono un uomo delle istituzioni e lo sono sempre stato. Il mio unico commento è quello fatto in sede processuale, con i motivi d’appello”.
In virtù della decisione dei giudici di Milano c’è anche la possibilità che Ganzer venga destinato ad altro incarico.
Fonte:antimafia