sei disabile vai di la’

di Gianni Barbacetto

Altro che sole delle Alpi a scuola. Il signor Pietro Fontanini, esponente della Lega Nord e presidente della Provincia di Udine, ha fatto di più. Lo hanno chiamato a intervenire a un convegno sulla disabilità a Palmanova, organizzato da un consorzio friulano per l’assistenza medico-pedagogica. In platea, trecento operatori del settore, gente che lavora ogni giorno con i disabili. Quando è venuto il suo momento, Fontanini ha preso la parola e ha lasciato di stucco il suo uditorio. I disabili? “Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici”. Rallentano i ritmi d’apprendimento degli altri ragazzi e frenano il lavoro di studio e d’approfondimento. Dunque è “più utile metterli su percorsi differenziati”. A occhi sgranati, i trecento operatori hanno sentito con le loro orecchie l’apologia delle classi differenziate per i disabili. E non riuscivano a crederci. Le “classi speciali” (“altro non erano che ospedali psichiatrici per bambini”, ha ricordato l’assessore friulano alla sanità, Vladimir Kosic) in Italia sono state abolite da una legge del 1977. Ed ecco il geniale leghista friulano che ne auspica il ritorno, per non “ritardare il lavoro degli altri ragazzi”.   Forse non se l’aspettava, ma le sue parole hanno provocato proteste e indignazione. La platea ha subito rumoreggiato contro la proposta. Ha espresso immediatamente il suo disaccordo anche il consigliere regionale del Pdl Paolo Ciani, seduto al tavolo dei relatori del convegno. E l’assessore Kosic, pure lui di centrodestra, ha subito dichiarato: “Sono attonito e indignato”. L’opposizione si è scatenata. “Ritengo queste affermazioni offensive nei confronti delle famiglie che vivono situazioni di disabilità e nei confronti di operatori che cercano in tutti i modi di rendere operative teorie e comportamenti di massima integrazione e inclusione nel mondo della scuola e nella società”, ha dichiarato Francesco Martines, capogruppo del Pd in Provincia. E Debora Serracchiani ha aggiunto: “Quando un politico parla di ghettizzare i bambini disabili, vuol dire che non c’è più limite e che ci stiamo già muovendo in un territorio pericoloso”. Fontanini, poche ore dopo, ha sostenuto, da vero politico, di essere stato frainteso. “Non mi sono espresso nei termini che mi sono stati attribuiti e mai   affermerei simili cose. Ho riportato un’esperienza personale, da insegnante, riferita a una quinta della scuola secondaria superiore che si stava preparando all’esame di maturità”. Ma poi si è infilato in una smentita che non smentisce, ma conferma: “Quello che ho detto è che, rispetto al modello italiano che prevede l’insegnante di sostegno, si potrebbe pensare a quello in vigore in altri Paesi europei: la classe differenziata”. Qualche tempo fa, era stato l’assessore all’Istruzione del Comune di Chieri (Torino), Giuseppe Pellegrino, a proporre di mandare gli alunni disabili in strutture specializzate, perché in aula danno pugni ai muri e disturbano. Insomma, ormai non c’è più vergogna a lanciare le idee più incivili. Ormai vale tutto. E chi le propugna ha l’aria di non rendersi neppure conto della gravità di quel che dice. Si sta diffondendo una insostenibile leggerezza della barbarie.

IL FATTO QUOTIDIANO 18 NOVEMBRE 2010