Il problema di Berlusconi

Il problema per Silvio Berlusconi non è quello che la diplomazia americana pensa di lui. E non rappresenta nemmeno un ostacolo insormontabile il sospetto, avanzato dalla Georgia e fatto proprio da Washington, che tra il premier e “l’amico Putin” esista un patto per spartire presunte tangenti sul commercio di gas. Le recenti e obbligate dichiarazioni di amicizia di Hillary Clinton e l’assenza di prove certe che corroborino le gravi accuse di corruzione internazionale, bastano al momento per dare al presidente del Consiglio qualche speranza di sopravvivere politicamente a questa parte del caso WikiLeaks.

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I quattro imprinting di Wikileaks

Ora che ci dicono che con le prime nuove soffiate di Wikileaks sta esplodendo «l’11 settembre della diplomazia» ovvero «l’11 settembre di internet», deve valere una premessa: non ci sono individui, e neanche organizzazioni, che siano in grado di leggere 250mila documenti in breve tempo.

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