Lo spirito antimafia

Oltre il freddo marmo delle pareti del Palazzo di Giustizia della città di Palermo in Italia, come in un sogno, si sentono ancora i passi di due giudici giusti che oggi non sono più tra noi fisicamente. Attraversando le gallerie dell’enorme edificio sembra di sentire ancora il mormorio delle loro voci ed il rumore delle carte e dei mille documenti sfogliati e studiati da Falcone e Borsellino. Due uomini rappresentanti della lotta contro la mafia, lotta che 22 anni fa sembrava essersi conclusa con la vittoria di Cosa Nostra dopo che due bombe tagliarono la testa di una rivoluzione che avrebbe potuto cambiare la storia.

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"Ecco perché in via D’Amelio ho abbracciato Ciancimino jr"

Ingegnere Salvatore Borsellino, l’accoglienza che lei ha riservato a Massimo Ciancimino in via D’Amelio, il 19 luglio, giorno dell’anniversario della strage di suo fratello Paolo, ha provocato polemiche… «Ho accettato la richiesta di Massimo Ciancimino di venire in via D’Amelio con il figlio Vito Andrea, e l’ho abbracciato, per la decisione coraggiosa che ha preso: Massimo avrebbe potuto godersi i soldi, che può avergli lasciato il padre Vito, e invece ha fatto una scelta precisa dicendo ciò di cui era a conoscenza al processo sulla trattativa Stato-mafia

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