Uranio impoverito, marò malato: “Lasciati soli. Io e i miei compagni moriremo tutti”

“Gli americani hanno disseminato il Kosovo di bombe all’uranio non esplose: le buttavano anche senza inneschi, pur di rinnovare gli armamenti”. Salvo Cannizzo, 36 anni, ha un tumore al cervello e nessun dubbio: “Mi sono ammalato a Djakoviza, quando ero un marò del battaglione San Marco”. Secondo i medici gli restano pochi mesi di vita, che ha deciso di dedicare per denunciare “la condizione di duemila militari in Italia, abbandonati dallo Stato, ammalati senza che gli venga riconosciuto lo stato di servizio”. Da aprile, data del suo ultimo intervento, e fino a pochi giorni fa ha rifiutato controlli medici e cure: uno sciopero della chemio, per vedere “se il ministero della Difesa ha il coraggio di lasciar morire me e gli altri duemila soldati italiani nelle mie condizioni”. Ci ha ripensato, forse è troppo tardi ma si curerà “convinto dalle persone che mi vogliono bene”. Ma di cose da dire sulle sue missioni in Kosovo ne ha tante dopo mesi in silenzio causati dall’asportazione di parte dell’emisfero sinistro del cervello: “Gli americani sapevano dei rischi dell’uranio, lasciando noi italiani nelle zone ad alto rischio: ho visto a Djakovica squadre trattare del semplice munizionamento con tute da “astronauti” e autorespiratori”.

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La vergogna e l’orrore di Quirra

Le attività militari al poligono di Quirra proseguite per decenni hanno di fatto inquinato tutto il territorio circostante. Durante l’audizione nella Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito del procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, andata avanti per ore, sono stati descritti i danni causati all’ambiente. E alle persone. Dati che hanno lasciato di stucco i membri della commissione.

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MISSILI CRUISE ALL'URANIO IMPOVERITO SULLA LIBIA: STUDIO SULLE CONSEGUENZE

Le questioni che riguardano l’Uranio impoverito e la sua tossicità hanno talvolta, negli anni recenti, esulato dal campo della scienza. Lo scrivente[1] si occupa di radioprotezione da circa un ventennio e di uranio impoverito dal 1999. Dopo un’esperienza di pubblicazione di lavori scientifici su riviste, atti di convegni internazionali e conferenze in Italia, sul Uranio impoverito, questo articolo cerca di fare una stima del possibile impatto ambientale e sulla salute dell’uso di uranio impoverito nella guerra di Libia (2011). Notizie riguardanti il suo utilizzo sono apparse nei mezzi di informazione fin dall’inizio del conflitto.[2]

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