Retromarcegaglia

Dunque, per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, il Tribunale di Torino non doveva condannare a 16 anni per omicidio volontario il dirigente ThyssenKrupp per i sette operai bruciati vivi nello stabilimento di Torino. La sentenza sarebbe “un unicum in Europa” da non imitare perché – addirittura – “potrebbe allontanare gli investimenti esteri dall’Italia e mettere a repentaglio la sopravvivenza del nostro sistema industriale”. Vivi applausi dalla platea (e pochissime critiche in Parlamento, se si eccettuano quelle del ministro Calderoli e del gruppo Idv: silenzio dal Pd).

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UNA CONFINDUSTRIA DI ASSASSINI E STRAGISTI

E’ inutile girare intorno alle questioni, con espressioni ipocrite, eleganti perifrasi o distinguo pelosi, quando sono chiare ed inequivocabili.

Ci sono situazioni in cui è inutilizzabile, come schermo, anche il “politicamente corretto”, e questo è esattamente il caso degli applausi tributati da una platea di confindustria [che da questo momento in poi scriverò, per disprezzo, con l’iniziale minuscola] all’amministratore delegato di Thyssenkrupp, Espenhahn, un assassino condannato a 16 anni e 6 mesi per omicidio volontario, in seguito alla morte di sette operai nello stabilimento di Torino il 7 dicembre del 2007.

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Thyssen, il pool guidato da Guariniello rischia di sparire: “Serve deroga a legge”

Hanno cambiato la storia della giurisprudenza nell’ambito delle morti sul lavoro, eppure “alla fine dell’anno il nostro ‘gruppo sicurezza sul lavoro’ perderà sei magistrati su nove, il che significa perdere le professionalità che hanno portato a questo risultato”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, a capo del gruppo specializzato “Sicurezza del lavoro e tutela del consumatore”, dopo la sentenza del processo ThyssenKrupp.

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