Alleanze addio, Renzi rottama Sel

Il cen­tro­si­ni­stra è morto, archi­viato, rot­ta­mato. Che in que­ste ore, men­tre infu­ria la bat­ta­glia ostru­zio­ni­stica al senato, fra Pd e Sel tirasse un’ariaccia era evi­dente a tutti. Eppure i segre­tari regio­nali del par­ti­tone — dall’Emilia alla Puglia — non face­vano altro che ras­si­cu­rare gli inquieti col­le­ghi ven­do­liani: le riforme, spie­ga­vano, niente hanno a che vedere con le buche delle città o con i piani di rien­tro della sanità. E invece no. Renzi, a con­clu­sione di una dire­zione in cui pure aveva aperto a dei cam­bia­menti sulla legge elet­to­rale — tema sul quale Sel è sen­si­bile

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Il padre prostituente

Se tutto va male, a fine luglio la maggioranza indecente che sgoverna l’Italia imporrà a tappe forzate la modifica dei regolamenti parlamentari per aggirare l’articolo 138 della Costituzione e appaltare in esclusiva a un ristretto club di 20 deputati e 20 senatori del Pd, del Pdl e di Scelta civica (nessuno di M5S e Sel, cioè dell’opposizione) la riforma della Costituzione che poi il Parlamento non potrà neppure emendare, ma solo approvare o respingere – dunque approvare – alla svelta, senza neppure rispettare gli intervalli temporali previsti dalla Carta.

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