Lo Stato-Stato contro lo Stato-mafia

Quella appena trascorsa è stata davvero una settimana di grandi novità per quanto riguarda il “fronte antimafia”. Una serie di notizie, apparentemente slegate tra loro, ha acceso il panorama politico nazionale rievocando sconcertanti ed inquietanti parallelismi con la storia che ha contraddistinto il nostro Paese in quel terribile biennio stragista del ’92-’93. Erano quelli gli anni che hanno sancito la fine della Prima Repubblica contraddistinta da una profonda crisi istituzionale, con lo scoppio dello “scandalo Tangentopoli” che mise in risalto uno scenario di corruzione politica sistemica, e dalla dirompente crisi economica-finanziaria, con l’Italia sulla soglia del fallimento ed una moneta (la lira) svalutata del 7%. Per superare il momento il Paese si aggrappò ad un governo tecnico (governo Amato) che venne anticipato appena di un mese dall’elezione a Presidente della Repubblica di Oscar Luigi Scalfaro (succeduto a Cossiga).

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La caduta (2)

Ha scritto Eugenio Scalfari su Repubblica del19 agosto 2012: “Falcone aveva accertato quale fosse la struttura mafiosa e aveva mandato a processo la ‘cupola’ di allora o perlomeno la sua parte emersa. Andò in Usa per interrogare il ‘soldato’ Buscetta che era lì detenuto. Dopo l’interrogatorio Buscetta gli disse che avrebbe potuto rivelargli qualche altra cosa di più a proposito del coinvolgimento di uomini politici. La risposta di Falcone fu che aveva già risposto alle sue domande ed altre non aveva da fargli e questo fu tutto.

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Scarpinato, libertà in bilico

Avevo letto, e ho riletto, l’intervento del procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato alla commemorazione di Paolo Borsellino. Rilanciato nelle mailing list delle toghe, con ovvie notazioni di plauso, ero stata tentata anche di pubblicarlo su questo blog, come ho già fatto per testi che ho ritenuto importanti. Mi aveva fermato solo il fatto di aver già scritto un post per Ingroia.

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