''Il coraggio della verità e l'importanza della mobilitazione''

Lunedì 31 marzo è stato ospite del settimanale radiofonico “Segnali di Vita” (RGM Hit Radio) Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia in Via D’Amelio il 19 luglio del 1992. In occasione di questa intervista abbiamo potuto affrontare con lui diversi temi di scottante attualità, che spaziano dal processo sulla trattativa Stato-mafia, alle minacce di morte fatte da Toto Riina al magistrato Nino Di Matteo. Non capita spesso di poter stare a contatto con una persona unita, per un triste destino, alla storia di questo nostro disgraziato Paese. Una storia costellata di stragi irrisolte, di silenzi pesanti e di assassini corrotti rimasti impuniti. Nomi che cadono nel vuoto, istituzioni che ostacolano la ricerca di una verità che il futuro pretende e che soprattutto le giovani generazioni chiedono a gran voce.

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Riina, lo stato e le minacce a Di Matteo

Le minacce da parte della mano armata dello Stato deviato, la mafia, si sono alzate di livello.
Attraverso Totò Riina, arrivano messaggi di morte a tutti i componenti del pool di Palermo oltre che al Procuratore Roberto Scarpinato.
Le Istituzioni, lo stesso Capo dello Stato, il cui ultimo atto nei confronti dello stesso pool è stata la implicita destabilizzazione ottenuta attraverso il conflitto di competenza sollevato di fronte alla Consulta per quelle intercettazioni cui era incappato dando ascolto ad un indagato nel processo sulla trattativa mafia- Stato, tacciono. Restano in attesa di avere un altro eroe su cui spargere false lacrime, a cui portare altre corone di Stato, restano in attesa di disputarsi le prime file nella cattedrale in cui verranno celebrati i prossimi funerali di Stato.

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