Verità a rischio: il processo Stato-mafia sotto attacco

Da quando il mese scorso è stata inviata alla Cassazione l’istanza di remissione del processo Stato-mafia (che vede alla sbarra lo stesso ex comandante del Ros, alcuni suoi colleghi dell’Arma, ex ministri, ex esponenti politici, collaboratori di giustizia e boss mafiosi di prima grandezza ndr), presentata dagli ex ufficiali dell’Arma, Mori, Subranni e De Donno, sullo stesso dibattimento aleggia un’aria sempre più pesante

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Stato-mafia, è partita la carica

Dall’Unità a Libero, dal Corriere al Foglio, è un gigantesco fiorire di balle a sostegno del generale Mori, a processo per la mancata cattura di Provenzano. Il motivo? Questo processo ne influenzerà un altro, molto più importante.
Entro fine luglio, con la sentenza di primo grado a Palermo sulla mancata cattura di Provenzano nel 1995 da parte del Ros, sapremo se per il Tribunale il generale Mario Mori favorì il boss in seguito alla trattativa avviata nel ’92 tramite Vito Ciancimino. Il pm Nino Di Matteo ha chiesto la sua condanna a nove anni. E la sentenza, sia pur circoscritta a quel singolo episodio, influenzerà il processo appena iniziato contro cinque esponenti dello Stato e cinque di Cosa Nostra accusati di aver ricattato i governi Amato, Ciampi e Berlusconi-1 perché spuntassero le armi dell’antimafia in cambio della fine delle stragi.

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Processo Mori, “Il Ros ha protetto la latitanza di Provenzano”

di AMDuemila – 5 aprile 2013 “Il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, il 31 ottobre 1995 hanno dimostrato la volontà di proteggere e di non interrompere la latitanza del capomafia Bernardo Provenzano che, in esecuzione di accordi con rappresentanti delle istituzioni, in quel momento garantiva l’abbandono della strategia stragista e l’adozione di un più basso profilo, ritenuta […]

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