Processo Mori-Obinu: i senza nome

Il racconto di Michele Riccio continua sulle strade impervie dei comandamenti di Cosa Nostra illustrati da Ilardo dove i capi “o si vendono o si ammazzano”. Tra le informazioni che l’ufficiale raccoglie dalla sua fonte c’è anche quella che Provenzano aveva stabilito un contatto con un uomo dell’entourage di Berlusconi che aveva assicurato iniziative favorevoli per Cosa Nostra da un punto di vista giudiziario, ma anche aiuti nell’aggiudicazione degli appalti e dei finanziamenti statali. Durante uno dei loro incontri Riccio sfoglia un quotidiano locale dove si parla di Marcello Dell’Utri e indicandolo chiede a Ilardo se fosse lui l’uomo in contatto con Berlusconi, con grande sagacia il confidente gli risponde prontamente: «Colonnello, ma se lei le cose le sa, che me le chiede a fare?».

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Processo Mori-Obinu: vita e morte di Luigi Ilardo

Palermo. “Quella di Ilardo è una storia unica ed eccezionale nella storia del nostro Paese”. Il pm Nino Di Matteo sintetizza così l’epopea del confidente di Michele Riccio, Luigi Ilardo, ucciso il 10 maggio 1996, poco prima di diventare a tutti gli effetti collaboratore di giustizia. Ed è partendo da quella storia che il processo Mori-Obinu ha mosso i passi più importanti. Nella sua requisitoria Di Matteo ricostruisce minuziosamente la cronologia dei fatti sottolineando come il col. Riccio, relativamente all’attività investigativa legata a Luigi Ilardo, “non fece mai mancare il flusso informativo” rivolto all’autorità giudiziaria.

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