I casalesi e il secondo papello

Non esisteva soltanto il papello siciliano ma ce ne era anche un altro, scritto all’ombra del Vesuvio. La novità sembra emergere dal processo che si stasvolgendo davanti alla Corte di Assise di S.Maria Capua Vetere, in cui è imputato l’ex sottosegretario dell’ultimo governo Berlusconi Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione di stampo mafioso.
Lo ha rivelato uno dei collaboratori di Giustizia del Clan dei Casalesi, Dario De Simone che ha compiuto in passato numerosi omicidi e che oggi, collegato in video conferenza con la Corte nell’aula del processo, ha raccontato che la sua organizzazione sostenne con forza Nicola Cosentino alle elezioni regionali del 1995.
Ma la rivelazione che ha colpito di più i presenti al dibattimento è quella che parla di una trattativa in corso con una specie di papello diverso da quello dei siciliani.

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Trattativa, parla Brusca: “Mancino destinatario del papello”

“L’ultimo destinatario del ‘papello’ di Toto’ Riina era Nicola Mancino”. Lo ha detto in aula il pentito di mafia Giovanni Brusca deponendo all’udienza preliminare nel procedimento per la trattativa tra Stato e mafia in corso a Palermo. Brusca, che viene sentito per ragioni di sicurezza in trasferta, nel carcere romano di Rebibbia, è stato citato dal gup Piergiorgio Morosini che nell’ultima udienza ha disposto integrazioni probatorie. Il “papello”, secondo Brusca, ma anche secondo Massimo Ciancimino, sarebbe un foglio contenente le richieste avanzate da Cosa nostra allo Stato per fare terminare, dopo la strage di Capaci, la strategia stragista della mafia.

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