Il boss e le minacce

Ripetere per l’ennesima volta che viviamo in uno strano paese è ancora troppo poco. Una sorta di grande eufemismo adatto a orecchie timorose e disabituate all’asprezza del nostro presente e a quello che vediamo ogni giorno intorno agli ultimi arresti di mafiosi (come l’imprenditore calabrese Pasquale Capano, ma residente a Roma, che ha lasciato scritto nel suo computer sequestrato dagli inquirenti durante il suo arresto che “la ‘ndrangheta, in cui è stato iniziato con regolare cerimonia segreta, è una scelta di vita, non solo un’opportunità di affari”)

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Marcello Viola: “Operazione fondamentale, più vicina la cattura di Messina Denaro”

L’operazione Eden coordinata dalla Dda di Palermo, che ha permesso l’arresto di trenta soggetti legati al boss latitante Matteo Messina Denaro, rappresenta un risultato storico. Per una schiera di fedelissimi, tra cui nomi insospettabili e parenti (la sorella Patrizia Messina Denaro, il nipote Filippo Guttadauro e tre cugini) sono scattate le manette e la latitanza dell’imprendibile boss di Castelvetrano potrebbe andare incontro a non poche difficoltà. “L’operazione – ha spiegato il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato – è la prosecuzione di un cammino iniziato nel 2009

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Blitz nella roccaforte di Messina Denaro Scoperta una rete di insospettabili, 30 arresti

CASTELVETRANO (TRAPANI) – Gli uomini col mephisto sembrano delle ombre nella notte. Alle tre in punto, escono allo scoperto e corrono verso le roccaforti dell’ultimo grande latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro:  la casa del nipote prediletto, Francesco Guttadauro; la casa della sorella Anna Patrizia; la bella villa del fedele imprenditore Giovanni Filardo; l’appartamento del fidato autista Pietro Luca Polizzi. […]

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