Intercettazioni, non toccate questo strumento investigativo

Non si è ancora placata la bufera sulla distruzione delle telefonate tra il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino, registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia, che si torna a parlare di intercettazioni. Per la verità, già un attimo dopo la sua elezione a Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma si era affrettato a sottolineare la necessità di riformare il sistema delle intercettazioni, bollandola come una ‘priorità’ del nuovo governo.

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Vuoi vedere che i MAFIOSI erano loro?

La realtà è che ieri è stata scritta una pagina orrenda della storia della Repubblica italiana. La realtà è che ieri l’Italia dei giusti è stata, per l’ennesima volta, derisa, umiliata, oltraggiata. La realtà è che non si trattava di decretare se i magistrati di Palermo abbiano agito secondo le norme del diritto: si trattava di stabilire se certe verità possano, o meno, essere ricercate. Ieri la Consulta non ha semplicemente costretto a distruggere delle intercettazioni; ieri la Consulta ha ribadito che certe cose non devono essere dette, che certe stanze, nonostante siano state già abbattute le porte che le rendevano inaccessibili, non devono essere rischiarate dalle luci della verità.

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