Il padre prostituente

Se tutto va male, a fine luglio la maggioranza indecente che sgoverna l’Italia imporrà a tappe forzate la modifica dei regolamenti parlamentari per aggirare l’articolo 138 della Costituzione e appaltare in esclusiva a un ristretto club di 20 deputati e 20 senatori del Pd, del Pdl e di Scelta civica (nessuno di M5S e Sel, cioè dell’opposizione) la riforma della Costituzione che poi il Parlamento non potrà neppure emendare, ma solo approvare o respingere – dunque approvare – alla svelta, senza neppure rispettare gli intervalli temporali previsti dalla Carta.

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Grillo, il problema o la soluzione?

Grillo, dopo le polemiche seguite ai risultati non brillanti delle elezioni amministrative, domanda ai suoi ragazzi se pensano che il problema del Movimento 5 Stelle sia lui.

Con il carattere che si ritrova dubito che una risposta affermativa alla domanda possa sortire effetti diversi da una sua clamorosa e virulenta uscita di scena. Ma, stiamo tranquilli, i fedelissimi alla linea sapranno confermare la loro fiducia al capo.

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NESSUN VOTO AI DEGENERATI

Ancora una volta il responso è di una sconfitta netta e inequivocabile per il centro sinistra e per la destra. Il Pd continua a perdere elettori e voti in alcuni centri urbani importanti. Un esempio su tutti: Roma ha fatto registrare un’emorragia di 200 mila elettori. Lo scorso febbraio i Democratici avevano ottenuto 468.753 voti al Senato e 458.753 voti alla Camera. Alle comunali il Pd ha avuto 267.605 voti a Roma. Anche altrove, la perdita di voti dei Democratici è stata consistente, pur se i candidati sindaci di centro sinistra hanno vinto, anche per la gravissima crisi della Lega e del Pdl: 4.000 voti in meno a Vicenza, anche se il sindaco Pd uscente ha vinto al primo turno contro la candidata della Lega; una diminuzione di voti si è verificata a Treviso, dove il candidato Pd ha ottenuto il 23,5%; a Massa Carrara, a Brescia, a Siena e a Sondrio.

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