Ichino ammette: il Jobs act è per licenziare

Mat­teo Renzi lo cita con­ti­nua­mente come «riforma già fatta». Ma il Jobs act è tutt’altro che in vigore. E non lo sarà ancora per mesi. Tra­sci­nan­dosi die­tro tutta una serie di misteri, intrigi, inter­ro­ga­tivi che lasciano in bilico milioni di per­sone, primo fra i quali sicu­ra­mente quello su quando e come ver­ranno ridotti i 46 con­tratti pre­cari ora esi­stenti, domanda alla quale Renzi non ha mai rispo­sto, pro­met­tendo solo «l’abolizione dei cococo (che nel set­tore pri­vato non esi­stono più da anni, ndr) e dei cocopro».

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Il comma 22 dei licenziamenti

L ‘idea che per diminuire la disoccupazione si debba licenziare liberamente è incredibilmente molto gettonata in questo povero paese di squilibrati. E’ come se per curare la bronchite si prescrivessero al paziente due pacchetti di sigarette al dì, un sigaro dopo i pasti e una dose di curaro inalata per aerosol. In questo modo – spiega il ministro del lavoro Sacconi – faremmo posto a nuovi ammalati di bronchite da trattare, eventualmente, nello stesso modo

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