LA LEGGE ACERBO SI RIPETE, CON LA FARSA ITALICUM

Il 21 luglio 1923, dopo nove mesi di governo, Benito Mussolini ottiene dalla Camera il voto di fiducia sulla riforma elettorale, legge Acerbo, che superando il sistema proporzionale del 1919 ed introducendo un maggioritario che attribuisce 2/3 dei deputati alla lista di maggioranza relativa che superi il 25% dei voti espressi, sancisce il suicidio dell’assemblea rappresentativa e l’inizio della rapida fascistizzazione delle istituzioni

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I forzati dell’Italicum

Ita­li­cum o morte, al costo di votarlo un giorno prima dell’elezione del pre­si­dente della Repub­blica. Ber­lu­sconi accetta tutto, anche il pre­mio di mag­gio­ranza alla lista che secondo un pezzo del suo par­tito è, evi­den­te­mente, un sui­ci­dio. Renzi impone i tempi. Il par­la­mento si adegua.

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