Concorrenti esterni: prove solide, non depistaggi/ La replica di Piero Melati

Caro direttore, per prima cosa vorrei ringraziare il dottor Gozzo. L’intervento da voi pubblicato rompe il rituale del silenzio. Di solito i magistrati firmano provvedimenti, i giornalisti ne scrivono, poi se ne commenta esclusivamente in privato. Al massimo, nella versione più recente, quando la misura è colma, esplodono fragorose le polemiche, come quella che recentemente ha contrapposto (in differenti trasmissioni televisive) il presidente del Senato Pietro Grasso e il vicedirettore del Fatto Marco Travaglio.

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Concorrenti esterni: prove solide, non depistaggi/ La replica di Stefania Limiti

Caro procuratore Gozzo,
Nel suo intervento mi rivolge delle accuse infamanti in merito al mio ultimo libro, Doppio livello. Le rispondo a caldo, per dire ai lettori di Antimafia 2000 che le cose non stanno affatto come lei dice.
Per smontare il mio lavoro, infatti, prima si dichiara un non complottista, poi non trova di meglio che adombrare l’idea dei “soliti servizi” che, puntuali, intervengono per manipolare i giornalisti e “indirizzare” l’ultima operazione della procura. Visto che ho lavorato anni e ho chiuso questo lavoro circa tre mesi fa, e visto che proprio nulla sapevo delle indagini della procura di Caltanissetta, è ridicola la sua illazione di una “operazione a tempo”, tutta rivolta verso un solo scopo, quello di “indirizzare” la vostra azione investigativa che riguarda, non so se esaurisce, il quadro complessivo delle responsabilità esecutive della strage di Capaci: solo che, oltre che ridicola, è, appunto, infamante perché mi accusa di farmi manipolare, di scrivere sotto dettatura.

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