ATTENTA GERMANIA CHE L'ITALIA POTREBBE USCIRE DALL'EURO

Nel clima di sospensione di ogni democrazia sostanziale nel paese, giovedì il Senato ha ratificato il cosiddetto fiscal compact con la medesima (vergognosa) maggioranza bulgara che aveva approvato l’inscrizione del pareggio di bilancio in Costituzione. Ora la parola passa alla Camera. Non sembra che, con l’eccezione de il manifesto, gli organi di informazione abbiano cercato di spiegare ai cittadini cosa fosse in ballo, e pour cause.
Il fiscal compact, concordato lo scorso marzo dall’Unione europea, con l’eccezione del Regno Unito, prevede una serie di misure fiscali vincolanti: a) pareggio di bilancio (oltre alla menzionata iscrizione in Costituzione) con l’obbligo di meccanismi automatici di riequilibrio, come l’aumento automatico dell’Iva; b) l’obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia in 20 anni ad un ritmo pari a un ventesimo all’anno, come già definito nel precedente Accordo di Stabilità e Crescita (sic), «six-pack», entrato in vigore a fine 2011; c) misure di sorveglianza e punitive in caso di inadempienza

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La svastica sul Partenone

Tre volte il nazismo ha attraversato il mondo. La prima volta ha avuto il volto della feroce distruzione di Adolf Hitler. Fino alla sconfitta rovinosa e al suicidio, ma dopo 50 milioni di morti. La seconda volta è stata quasi solo immaginazione, cinema, libri, disegni, evocazioni per esorcizzare l’incubo, che è passato molto lentamente, di quando in quando parodiato da bravate e gesti di violenza insensata, nuclei di sottocultura malavitosa che possono avere eseguito qualche ordine balordo, ma senza mai alcun diritto di rappresentanza e di parola.

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