Carta canta
Palermo. E’ lo stralcio della sentenza di Firenze sulle stragi del ’93 (passata in giudicato) a tornare sotto i riflettori durante la requisitoria di Roberto Tartaglia, a dimostrazione di come fosse già stata cristallizzata la questione della “trattativa” in ambito processuale. “Non si comprende assolutamente – scrivevano i giudici fiorentini il 6 giugno 1998 – come sia potuto accadere che lo Stato, in ginocchio nel ’92 secondo le parole dello stesso Generale Mori, si sia potuto presentare a Cosa Nostra per chiederne la resa; non si comprende come Ciancimino, controparte in una trattativa almeno fino al 18 ottobre ’92, si sia trasformato dopo pochi giorni in confidente dei Carabinieri; non si comprende come il Generale Mori e il Capitano De Donno siano rimasti sorpresi per una richiesta di showdown, giunta, a quanto logico ritenere, addirittura in ritardo”.
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