Papa Francesco, i due volti di Bergoglio tra fede e militari

La prima volta che scrissi dell’attuale papa Francesco fu nel 1999, quando assunse l’incarico di arcivescovo di Buenos Aires. Dissi che “a seconda della fonte che si consulti, è l’uomo più generoso e intelligente che abbia mai detto messa in Argentina o un machiavellico fellone che tradì i suoi fratelli spinto da un’insaziabile ambizione di potere. Forse la spiegazione risiede nel fatto che Bergoglio riunisce in sé due caratteristiche: è un conservatore estremo in materia dogmatica e possiede una manifesta inquietudine sociale. In entrambi gli aspetti somiglia a chi lo designò alla guida della principale diocesi del Paese, il papa Karol Wojtyla”.

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Santità, rivoluzioni la sua Chiesa!

di AMDuemila – 16 marzo 2013 Da persone di fede quali siamo ci rivolgiamo a lei ora che è stato investito della massima autorità riconosciuta dalla dottrina cattolica. La semplicità e gli atteggiamenti umili di servizio cristiano sono ottime espressioni di speranza per una chiesa cattolica offuscata dagli scandali e dalle bestemmie contro lo spirito santo. Non abbiamo dimenticato, Santità, […]

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Roberto Lavagna, il ministro che salvò l’Argentina sfidando l’ortodossia

Peronista, ma con formazione liberale. Quando gli si chiede dove trovò la bacchetta magica che salvò dalla fame l’Argentina nei primi mesi del 2002, quando tutto il mondo la dava per spacciata, risponde orgoglioso: “Per governare serve il coraggio intellettuale di compiere scelte politiche autonome e di perseguirle. Vi ricordate i versi ‘due cammini si separavano nel bosco, io ho preso il meno transitato e lì sta tutta la differenza’. Eravamo un Paese in balia del disastro economico e sociale, noi al governo prendemmo il cammino meno transitato e quella fu la differenza che ci salvò”.

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