Salvatore Borsellino: 'A chi fa paura l'Agenda Rossa alzata al cielo?'

Non avrei avuto intenzione di commentare in alcuna maniera lo squallido preteso “scoop” di Francesco Viviano sulla identificazione dell’Agenda Rossa di Paolo Borsellino trafugata in via D’Amelio, pubblicato ieri su Repubblica. Non lo avrei fatto se non avessi letto oggi sul Giornale un ancora più squallido articolo di Gian Marco Chiocci nel quale si prende a pretesto questo presunto “ritrovamento” per vomitare tutta una serie di accuse contro i magistrati che avrebbero, andando “a caccia di fantasmi”, per anni “linciato” Giovanni Arcangioli soltanto perchè era stato fotografato e filmato mentre, con la borsa di Paolo in mano, si allontanava dal luogo della strage

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Alla ricerca dell’agenda rossa di Paolo Borsellino / Giovanni Arcangioli: le parole che non ti ho detto

Nel primo verbale del 5 maggio 2005 reso all’autorità giudiziaria da Giovanni Arcangioli il carabiniere è alquanto confuso. Ma paradossalmente altrettanto circostanziato. «Il giorno 19 luglio del 1992 – inizia a raccontare Arcangioli – mi trovavo nel mio ufficio quando fui informato che vi era stata un’esplosione e quindi mi recai nel posto indicatomi in via d’Amelio

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Borsellino quater: Arcangioli non ricorda, Ayala cambia i tempi dei fatti

Mostrato al colonnello un ulteriore video in cui è ritratto nel giorno della strage: il colonnello Giovanni Arcangioli e l’ex pm Giuseppe Ayala, che in momenti diversi hanno avuto in mano la valigetta del giudice palermitano. Il primo è stato addirittura immortalato da una foto (e da un filmato Rai) con in mano la borsa di Paolo Borsellino, pochi minuti dopo la strage. Elementi che, insieme ad alcune sue contraddizioni, lo hanno portato ad essere indagato per il furto dell’Agenda (prosciolto definitivamente nel febbraio 2009) e per falsa testimonianza ai pm (decreto di archiviazione emesso lo scorso 26 aprile).

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