A 40 anni dal golpe cileno

Alberto Arbasino ha scritto più di una volta che il nostro è un paese senza memoria. Io, che ho vissuto per più di mezzo secolo cercando di trasmettere ai miei studenti di storia contemporanea, a non trascurare la memoria del passato, soprattutto di quello più recente e importante, credo di poter essere del tutto d’accordo con lui. Così ho visto in questi giorni pallidi e imprecisi ricordi del colpo di Stato (che coinvolse con il nome di OPERAZIONE CONDOR COINVOLTE Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay, Perù e Uruguay e qualcuno ricorderà il film che venne proiettato con lo stesso nome Operazione condor in tutto il mondo che gli Stati Uniti di Nixon e Kissinger organizzarono con le forze armate cilene per mandare a casa il presidente socialista Salvator Allende riuscendovi e ponendo al suo posto al potere la giunta dei militari presieduta da Augusto Pinoc

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11 settembre 2001, una pistola fumante in più sul crollo del WTC-7

Ci stiamo avvicinando al 12-mo anniversario degli eventi dell’11 settembre 2001 e il movimento mondiale che chiede verità e giustizia è in piena mobilitazione. E’ stata lanciata una campagna di sensibilizzazione che fa riferimento al sito ReThink911.org. Sono stati raccolti già 225.000$, che consentiranno d’innalzare un cartello pubblicitario alto cinque piani in Times Square. Vi resterà esposto (sempre che Obama non lo vieti) per 28 giorni, dal 2 al 30 settembre. Mi piacerebbe che anche in Italia si potesse fare qualche cosa del genere, ma qui non siamo così bene organizzati.

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