Nomine last minute

Raccontano i bene informati che Giancarlo Galan, ex ministro dei Beni culturali, vorrebbe raccontare un’altra storia. Non quella vietata e già impallinata dall’ironia delle nomine last-minute, crocevia di tanti governi più o meno balneari quando la fine è una prospettiva certa e il domani una comoda poltrona per qualcun altro (leggi). Visti i nomi planati nelle commissioni cinema, però, le giustificazioni sull’obbligo di procedere alla sostituzioni delle precedenti (scadute a fine luglio) lasciano il proscenio alle valutazioni dei singoli. Ed è lì, in quella terra di mezzo tra “Prendi i soldi e scappa” e la “Stangata” che il ragionamento lascia spazio all’ilarità o per usare le parole del ministro uscente «all’indignazione

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Niente festa, siam cazzulli

Confessate, perdio, dite la verità: sabato sera avete goduto come ricci? Avete stappato uno spumantino? Siete scesi in strada a fischiare, esultare, cantare l ’Alleluja di Händel? Avete suonato il clacson in segno di giubilo? Avete postato sui social network qualche battutaccia liberatoria, tipo “il nano è tratto”, “sic escort gloria bunga”, “Che fai, Ruby o party?”? Avete, Dio non voglia, gridato “ladro in galera” o, peggio ancora, lanciato una monetina verso la Berlusmobile funebre che trasportava la nota salma al Quirinale?

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